Cina, uiguro si fa crescere la barba: condannato a sei anni di carcere

Il Congresso mondiale uiguro, minoranza musulmana in Cina, denuncia: "Se un cinese si fa crescere la barba, è moda e può farlo liberamente. Se un uiguro si fa crescere la barba, è un estremista religioso". La moglie condannata per il velo

Polizia cinese (Reuters)

Polizia cinese (Reuters)

Pechino, 30 marzo 2015  - Un uomo, nella provincia del Xinjiang dove vive l'inquieta minoranza uiguro-musulmana, è stato condannato a sei anni di carcere perché porta la barba, considerato un simbolo di adesione a una forma di Islam più radicale. E' questa la denuncia che ha fatto oggi il Congresso mondiale uiguro, l'organizzazione in esilio della minoranza, definendo al condanna come "assurda". Dilxat Raxit, portavoce dell'organizzazione, ha affermato che il caso è "la tipica persecuzione politica" che gli uiguri devono affrontare. "Questo è un caso - ha sostenuto - che non potrebbe accadere in alcun altro Paese nel mondo". Si tratta di una condanna "inaccettabile e assurda" che mette in luce "l'atteggiamento ostile e la crisi di governance" della Cina. 

"Se una persona cinese si fa crescere la barba, è una questione di moda personale e può farlo liberamente. Se un uiguro si fa crescere la barba, è un estremista religioso", ha denunciato ancora Raxit, "L'obiettivo della Cina è usare mezzi giudiziari per costringere gli uiguri ad accettare le tradizioni cinesi e rinunciare al loro stile di vita". Ieri la stampa ufficiale cinese ha riferito che un tribunale nell'oasi di Kashgar, in mezzo al deserto, ha condannato un uomo di 38 anni a sei anni di prigione per essersi fatto crescere la barba. Sua moglie ha ricevuto una condanna a due anni per aver indossato il velo.

L'uomo, ha scritto il Giornale della gioventù cinese, ha "iniziato a farsi crescere la barba dal 2010" e la moglie "ha indossato un velo, nascondendo la faccia, e un burqa". Entrambe le pratiche sono fortemente scoraggiate dalle autorità locali. La coppia è stata ritenuta colpevole di aver "provocato disturbo", un'accusa vaga che è regolarmente usata in Cina. Un dipendente del Dipartimento alla propaganda di Kashgar non ha voluto commentare: Io non so nulla di questo". Da oltre un anno le autorità comuniste hanno lanciato una campagna contro la barba. Inoltre è in atto un'altra campagna, denominata "Progetto bellezza", che incoraggia le donne a lasciare nude le loro teste e ad abbandonare l'abitudine d'indossare il velo.