Il carcere di Santo Spirito torna a fiorire: i ragazzi dell’Agrario risistemano le aree verdi

Tanti i progetti, e numerose le istituzioni coinvolte, che riguardano la casa di reclusione

I ragazzi all'opera (foto Lazzeroni)

I ragazzi all'opera (foto Lazzeroni)

siena, 24 maggio 2015 - OLTRE IL MURO e aldilà le sbarre del carcere di Santo Spirito. Qua ogni giorno si lavora per aiutare chi ha sbagliato a passare, una volta espiata la pena, l’antico fortilizio. I detenuti, che sanno di dover pagare per le loro colpe, si aprono al mondo esterno e il mondo esterno va loro incontro. Prova ne è l’innumerevole mole di contributi che arrivano nelle forme più svariate. «Tutto questo è possibile perché siamo davanti ad una piccola (e gestibile) realtà carceraria» come ebbe a dire a suo tempo un giudice di sorveglianza ed è anche fattibile grazie ad un direttore, alla polizia penitenziaria e alle capacità del personale che hanno in messo in campo le loro forze perseguendo un unico obiettivo: il reinserimento dei carcerati che non solo ricevono, ma danno anche.

Alcuni mesi fa avevamo lasciato la casa di reclusione guardando i ragazzi dell’istituto agrario e alcuni detenuti rimettere a posto le aree verdi interne a Santo Spirito. Un progetto che aveva portato (e porta) gli studenti a mettere in pratica quanto imparato nel corso delle lezioni. Allora c’era una classe e oggi quando ci siamo tornati e abbiamo trovato la 3A con i loro insegnanti. Ad onor del vero è stato fatto davvero un gran bel lavoro. Ragazzi in gamba che frequentano una scuola che darà loro un futuro (e non lo scriviamo per piaggeria, non è nostra consuetudine decantare a caso) e loro ne sono consapevoli. Tutti, infatti, da Paolo Branconi a Tommaso Rabazzi, da Eva Battaglini ad Alberto Menicori e Banjamin Voltolini si dicono soddisfatti dell’esperienza. In maniche di maglietta, tuta e qualcuno in pantaloncini corti nonostante le bizzarrie del tempo zappano, piantano, realizzano piccoli orti e spazi per piante ornamentali. Tutto avviene sotto lo sguardo compiaciuto del direttore del carcere Sergio La Montagna, del preside dell’istituto agrario Tiziano Neri e della responsabile dell’area pedagogica Sabrina Falcone.

Una collaborazione preziosa, come sottolinea lo stesso direttore della casa di reclusione che insieme alla Misericordia, alla Croce Rossa, agli «Amici delle biblioteche», alla Cappella universitaria, agli scout e al gruppo «Nasi e nasi» vengono portati avanti vari progetti. E poi come dimenticare il teatro, l’audiolibri per non vedenti e i vari doni che di volta, in volta, vengono fatti alla struttura carceraria? Primo fra tutti la Whirlpool che proprio recentemente ha regalato una lavatrice. I soldi sono pochi e le idee tante lo sanno il personale e i detenuti e così proprio questi ultimi non solo ricevono, ma si propongono anche consapevoli che il modo migliore per dire grazie è portare avanti progetti concreti. Questo è Santo Spirito: una piccola realtà carceraria dove obiettivi, progetti e idee partono da una sinergia sia interna, che esterna. Una bella esperienza che ha come obiettivo il reinserimento di quei sessanta detenuti oggi presenti nella struttura.

Cecilia Marzotti