"Troppo cristiano": direttrice di scuola vieta Adeste fideles nel concerto di Natale

Dopo il presepe si censura il canto di MAURIZIO NOBILI

Una madre con abiti tradizionali islamici porta la figlia alle elementari

Una madre con abiti tradizionali islamici porta la figlia alle elementari

Casazza (Bergamo), 21 novembre 2015 - Il brano della tradizione natalizia “Adeste fideles”? Decisamente «troppo legato alla religione cristiana» per poter trovare spazio nel programma di un concerto di Natale. La pensa così, almeno, il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Casazza, la professoressa Maria Antonia Savio, che, nell’imminenza del consueto appuntamento annuale della festa della scuola, ha fatto pervenire i suoi rilievi al Corpo parrocchiale musicale che sarà protagonista dell’appuntamento, riservato ai ragazzi e alle loro famiglie.

Una presa di posizione, quella della preside, che naturalmente non ha mancato di suscitare polemiche nel paese alle prime propaggini della Valle Cavallina, a una ventina di chilometri da Bergamo. «Cosa significa “troppo cristiano”?», sbotta qualche anziano nella piazza all’ombra del campanile della chiesa. «Dovremo forse chiedere il permesso a qualcuno per intonare i nostri canti di Natale? E un concerto di Natale se non è cristiano cosa è? ».

In verità il problema è un po’ più complesso: benché la dirigente, in questi giorni, sia “fuori sede”, il nodo del contendere, secondo quanto si è appreso da fonti vicine alla scuola, riguarderebbe la formula del concerto pensato per quest’anno. Non solo, cioè, una esibizione della banda, ma anche la partecipazione canora dei bambini della primaria, sotto la guida degli insegnanti Giuseppe Bonandrini e Viviana Giolo, in modo tale da trasformare i piccoli alunni da semplici spettatori in protagonisti. Ma, secondo la dirigente Savio, attingendo a un repertorio meno legato alla sensibilità cristiana, visto che l’istituto è frequentato anche da figli di immigrati. Una spiegazione che tuttavia appare poco convincente. Così come la preside appare più realista del re, visto che nessuno tra le famiglie degliu alunni aveva sollevato il problema.

«Ci è stato fatto presente - dice Silvia Micheli, 28enne componente del consiglio direttivo della banda - che, siccome Casazza è un paese multiculturale, occorre non urtare la sensibilità di nessuno. La richiesta ci ha un po’ sorpresi perché noi siamo una banda parrocchiale. In ogni caso, essendo ospiti, abbiamo deciso, senza polemica, di optare per “Jingle bell rock”, meno connotato». Il dibattito, tuttavia, rischia di non chiudersi così: il consigliere regionale della Lega Nord, Silvana Santisi Saita, ha subito rilanciato la notizia sulla propria pagina Facebook rilevando che «La scuola, che dovrebbe formare e integrare, dopo il Presepe adesso censura anche la musica».