Libertà è anche rispetto

Il commento

Pisa, 30 maggio 2016 - "C’è chi dice no...", urlava il Blasco. E lo canta ancora. E per la regola del contrappasso vorrebbero cantarlo anche i pisani che da sedici anni, ogni primavera, devono fare i conti con ‘CanaPisa’, la manifestazione antiproibizionista che per un giorno tiene ostaggio la città della Torre. Erano in 4mila sabato scorso a sfilare per le strade del centro. Un serpentone urlante e ‘sballato’. Ché qui i discorsi e le spiegazioni sul perché bisognerebbe liberalizzare (magari per stroncare gli illeciti profitti o per la riduzione del danno) sono appena sussurrati. L’importante è essere liberi di consumare tutte le sostanze che uno vuole. E non c’è che l’imbarazzo della scelta. Per giunta a prezzi da saldo.

Così è un pieno di ragazzini che si ritrovano a sballarsi «alla grande», come ci dice uno di loro che avrà al massimo 16 anni. L’età della manifestazione appunto. E mica tutti si avvicinano al furgone che fa gratuitamente l’analisi delle sostanze. E’ una street parade, così basta poco per trovare quel che si cerca, ci sono anche i vu’ cumprà che dismessi ombrelli e collanine, offrono cartine e grinder per sbriciolare l’erba. Grandi affari per tutti. La marijuana costa 5 euro e il fumo 3. ‘Fuori’ i prezzi sono più alti. E poi alcol, birra e vino a volontà, anche se un cartello degli organizzatori avverte che l’acqua è gratis. Ma da queste parti non è di moda. E i pisani? Stanno alla finestra, ‘reclusi’ nelle loro case, ad aspettare che tutto finisca. Quest’anno il bilancio finale è meno grave del passato. «Ma per la città resta sempre pesante», sottolineano i residenti. E hanno ragione. Perché, poi, non ci può lamentare se il centro storico di Pisa è in mano agli spacciatori per 365 giorni all’anno. Alla fine il messaggio che passa è questo: «qui tutto è consentito». E non si può certo scaricare sulle forze dell’ordine il compito di liberare le piazze dai pusher. Servono scelte politiche coraggiose.