La campana dei pirati come ferma porte

Il commento

Enrico Salvadori

Enrico Salvadori

Viareggio, 6 febbraio 2016 - C’E’ chi ha poco ma lo valorizza bene, c’è invece chi dimentica quello che è stato ed è, lasciando nell’oblio un passato di cui andrebbe tenuta viva la memoria. Succede così a Viareggio dove il nostro giornale ha scoperto che in una stanza del palazzo delle Muse, che funziona come biglietteria della Fondazione Carnevale, un’antica campana in bronzo viene usata da ferma-porte. Peccato che si tratti dell’antica campana fusa nel 1690 e poi posiziona in cima alla Torre Matilde, simbolo della città. Per 250 anni i rimbombi cupi e forti di quella campana hanno avvertito

i primi abitanti di Viareggio dei pericoli della malaria oppure li hanno avvertiti degli attacchi dei pirati saraceni. A metà del ‘900 fu accatastata in un ripostiglio, dopo lo smantellamento del piano sopraelevato della Torre. Quindi un recupero nella biblioteca comunale e il definitivo oblio, con l’utilizzo davvero irriverente come ferma-porta. La speranza è che ora l’amministrazione comunale, dopo il nostro sollecito, intervenga e garantisca una sistemazione adeguata a questo reperto.

Resta il valore del gesto che non è certamente il primo autogol di una città come Viareggio capace colpevolmente di dimenticare quella che era. Successe per le colonne del vecchio teatro Pacini finite in una magazzino prima di essere recuperate. Succede per il monumento ai caduti realizzato da Domenico Rambelli su disegno di Lorenzo Viani nella centralissima piazza Mazzini, a due passi dal lungomare, che necessita di interventi prima di essere definitivamente deteriorato. Il passato non si può dimenticare. E’ parte di noi e dobbiamo tutelarlo. Nel rispetto di chi ci ha preceduto e di coloro che verranno.