Cinque toscani nel Burkina Faso: "Siamo al sicuro ma abbiamo paura, non ci muoviamo per il coprifuoco"

Asserragliati in un albergo, li abbiamo raggiunti al telefono. Il messaggio su Facebook della pratese Maria Teresa Gualandi / GOLPE, VOLONTARI TOSCANI IN BURKINA FASO

Maria Spinelli e Stefano Piemontese

Maria Spinelli e Stefano Piemontese

San Miniato, 1 novembre 2014 - «SIAMO STANCHI e in buona salute, ma preoccupati per quello che può succedere». Stefano Piemontese, agronomo 55enne di Firenze, separato con tre figli, è uno dei cinque volontari del «Movimento Shalom» di San Miniato che hanno preso il volo della Turkish Airline, destinazione Burkina Faso, nelle ore in cui il Paese si stava infiammando. Insieme a lui Enrico Spinelli con la moglie Maria Teresa Gualandi, rispettivamente 64 e 62 anni, pensionati di Prato, Nico Russoniello, 23 anni, studente di Fucecchio, e Margherita Fantechi, fiorentina, per tanti anni perpetua di San Martino a Maiano.

Volontari toscani in Burkina Faso: la mappa

Chiuso l’aeroporto della capitale, li hanno fatti atterrare a Niamey, in Niger, poi da lì con un pullman sono entrati in Burkina Faso per riparare a Fada N’Gourma, circa 150 chilometri dalla capitale del Burkina, ospiti della diocesi e della sezione del Movimento Shalom. Piemontese, raggiunto da noi telefonicamente, racconta le prime tumultuose ore: «Siamo al sicuro ma la situazione è molto ingarbugliata ed è difficile muoversi. Sono qui perché ho un progetto che coinvolge 400 famiglie incentrato sullo sviluppo agricolo. Mi stanno aspettando, sono senza auto e non posso raggiungerle. Poi devo seguire il piano dei fagiolini che vanno alla Coop e che sono stati seminati in questi giorni. Aspetterò fino a lunedì per prendere una decisione. Abbiamo saputo che il presidente se ne è andato, che il capo di Stato ha preso il potere e che sono state indette le elezioni entro 90 giorni. Tutto sembra tranquillo, ma da un momento all’altro non si sa cosa potrebbe accadere. La mia speranza è di rimanere».

I CINQUE toscani hanno vissuto la prima giornata con l’obbligo del coprifuoco. Continui sono stati i contatti con la sede dei missionari a San Miniato e con il direttore del movimento Shalom, Luca Gemignani. Le loro parole riflettono la tensione che c‘è nel Paese e i timori legati al possibile degenerare della rivolta: «E’ difficile muoversi, i referenti che abbiamo qui ci dicono di non uscire assolutamente con il buio perché può essere molto pericoloso, non è escluso che in giro ci siamo dei facinorosi», conclude Piemontese.

''Da ieri sera un po' di tranquillità: dalla notizia che il presidente ha lasciato il potere e il paese, in città si è subito respirata aria di festa e noi ci siamo subito rilassati con birra e pollo! Speriamo che questo popolo possa rimanere in pace: è l'unica ricchezza che hanno! Noi siamo ancora a Fada n'gourma in attesa di notizie dalla capitale, poi decideremo se andare a Ouargay o rientrare in Italia": questo il messaggio postato su Facebook dalla pratese Maria Teresa Gualandi.