Mercoledì 24 Aprile 2024

LE INCHIESTE DI Q.NET / Bici contromano, una soluzione possibile? Ecco pro e contro

La pedalata controsenso verrà legalizzata? Lo chiedono molti comuni italiani, in tanti Paesi europei è già una possibilità regolamentata. Da noi il dibattito è aperto. E incandescente. Ecco numeri e pareri, con un duello a distanza fra un ex campione di ciclismo e un celebre colezionista di auto d'epoca

In molti Paesi europei andare in bici contromano  è possibile (Olycom)

In molti Paesi europei andare in bici contromano è possibile (Olycom)

Bologna, 16 settembre 2014 – In inglese si dice “bycicle contraflow”. In italiano la traduzione corretta sarebbe “senso unico eccetto bici”. Ma poi si finisce per chiamarlo rozzamente “in bici contromano”. E’ stato uno degli argomenti caldi dell’estate: sarà legalizzata la pedalata controsenso? In Parlamento si continua a lavorare al nuovo Codice della Strada. Ma non si placa lo scontro tra il ministero dei Trasporti e le amministrazioni locali. Proprio il ministro Lupi giorni fa ha dichiarato: “Io sono contrario. Invece che aprire a pericolose deroghe bisogna costruire nuove piste ciclabili protette, dove si può pedalare in sicurezza”. La posizione del governo è in netta contrapposizione rispetto alle istanze degli assessori. E a quelle dei 7 milioni di cittadini che vanno in bicicletta. Bologna, Torino, Milano e tante altre città vogliono voltare pagina: non solo nei sensi unici, si deve poter passare anche sulle preferenziali. Sulla scia dell’Europa, chiaramente. Cogliendo l’occasione della settimana Europea della mobilità, in programma da oggi al 22 settembre, facciamo un po’ di chiarezza di cosa succede in Italia e fuori dai nostri confini.

FOCUS: LE MULTE PER I CICLISTI – SEGNALETICA E INCIDENTI.

EUROPA – Nei Paesi vicini a noi il cosiddetto “Senso unico eccetto bici” è consentito: si può in Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Regno Unito, Olanda, Estonia, Ungheria, Polonia. Di solito il contromano è possibile nel centro delle città, dove la macchine sono poche e procedono a una velocità moderata (30 km/h). A patto che ci sia un apposito segnale.

ITALIA – Ventotto milioni di bici, un milione e 748mila bici vendute. Contro un milione e 403mila auto immatricolate. Il trend dal 2012 è chiaro: i pedali hanno sorpassato le quattro ruote. Il sorpasso in ogni zona d’Italia: meno che al Sud, ma anche lì la tendenza resiste. Circa un mese fa la consuetudine europea stava approdando anche da noi. Sembrava cosa fatta fino ad agosto: ok al contromano sulle strade col limite dei 30. Poi il blocco, arriva l’emendamento di Scelta Civica accolto dalla Commissione Trasporti della Camera. Il giorno dopo Torino, Milano, Bologna e Cremona con una lettera a aperta a Lupi hanno chiesto di reintrodurre nel codice della strada il “senso unico eccetto bici”. Ma le ultime esternazioni del ministro hanno per ora gelato le speranze. Lupi ha bocciato anche un’altra proposta, quella della circolazione delle bici sulle corsie preferenziali dedicate a bus e taxi. “Sono cinque anni che a Bologna abbiamo istituito il doppio senso ciclabile nelle zone dove il traffico è sotto i 30 km/h. Non significa libertà selvaggia per i ciclisti. Lo dimostrano i dati dell’aumento delle persone che ne fanno uso” ha dichiarato Andrea Colombo, assessore alla Mobilità del capoluogo emiliano. Da Torino ecco Claudio Lubatti, assessore ai Trasporti del Comune: “Non mi sogno di mandare le bici in contromano su Corso Giulio Cesare, come a Milano non andrebbero su viale Certosa. Inviteremo il ministro a un test, il 17 settembre, giorno della mobilità sostenibile. Quello delle corsie preferenziali è un argomento più delicato, anche tra i ciclisti ci sono diverse scuole di pensiero”. Severa Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta-onlus): “A livello nazionale esistono dei pregiudizi ridicoli. Per prima cosa il contromano vero e proprio non esiste: le bicicletta già possono entrare nel senso dedicato “ad altro”, e qui io sono assolutamente d’accordo con l’estensione delle possibilità sulle corsie preferenziale. Sul senso unico eccetto bici anche, non vedo il problema. Quei sensi unici nelle città portano meglio il flusso del traffico nel centro storico”. Segnaletica da migliorare? “I cartelli ci sono già, bisognerà soltanto adeguarli nelle zone sprovviste. Ripeto: cosa mi impedisce di creare un senso per le bici? Con la segnaletica adeguata, certo. Noi parliano di futuro, in Italia come in Europa”. Ecco le città dove in Italia si può pedalare contromano: Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Lodi, Merano, Pesaro.  

PRO / Michele Coppolillo: "Sì, con regole adeguate"

CONTRO / Corrado Lopresto: "No, è solo un escamotage"