Bagnasco ruvido e debole

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 13 febbraio 2016 - Caro direttore, ho letto le critiche all’intervento del cardinale Bagnasco sul voto segreto per le unioni civili. Francamente non le capisco. Se interviene il capo di un sindacato, di una grande associazione va bene, se parla il capo dei vescovi tutti si stracciano le vesti. E’ una contraddizione.

Gianni Bessi, Pontedera

Caro Bessi, penso che l’intervento di Bagnasco sia stato inopportuno. Non critico il diritto dei vescovi a esprimersi su una grande questione etico/politica come può essere il tema delle unioni civili e delle adozioni alle famiglie omosessuali. Quando nelle settimane scorse la Chiesa italiana su questi temi ha fatto sentire la sua voce non mi sono stupito per niente, anzi, ne ho riconosciuto il diritto e anche il dovere. E’ stato un contributo importante al dibattito. Ciò che mi ha fatto storcere il naso è stato l’intervento sulla procedura di voto in Senato, cioè su un aspetto specifico del nostro ordinamento, che non attiene a una grande questione etica sulla quale la voce dei vescovi deve essere ascoltata o per lo meno accettata. Le parole di Bagnasco sono un inusuale segno di debolezza, un ruvido tentativo di influenzare la decisione del presidente del Senato. Che, fortunatamente, farà di testa sua.