Yacht Etruria, figlio di papà nel cantiere: rampollo del direttore lavorava per Privilege

Stralci dal decreto di perquisizione, per questo i Pm hanno mandato la Finanza a casa del padre. Si assentava spesso dal lavoro. Il caso della High Facing

Lo yacht nel cantiere di Civitavecchia

Lo yacht nel cantiere di Civitavecchia

Arezzo, 25 giugno 2016 - C'era una "tenera storia" padre-figlio alla base dello scandalo Prilege, lo yacht su cui sono andate ad arenarsi le risorse  di Banca Etruria? In effetti il figlio di Paolo Luigi Fiumi, terzo perquisito nel blitz di giovedì, lavorava nel cantiere dello yacht e il dubbio  è che sia questo uno degli scambi di favori alla base dei finanziamenti alla Privilege Yard istruiti dal padre, direttore dell’area romana di Bpel.

Motivazione nella perquisizione? Asciutta. "Visto che il figlio del direttore ha lavorato per la Privilege Yard, prima come dipendente e poi quale consulente, si ritiene opportuno procedere alla perquisizione del padre, nella sua casa romana". Come sarebbe poi successo anche a Giuseppe Fornasari e al suo vice Guerrini.

Il figlio di Fiumi ha avuto con Privilege Yard una serie di contratti a termine. E proprio nel periodo in cui Etruria era uno dei grandi finanziatori dell’operazione mega-panfilo, conclusa da un crac che ha lasciato a piedi oltre cento dipendenti e a bocca asciutta un pool creditizio. E secondo ex dipendenti, il figlio dal lavoro era spesso assente. Giustificazione? Che  stesse lavorando all’allestimento dell’area benessere dello yacht.

 Uno dei capitoli centrali della bancarotta Privilege è nell’ottica della procura, la High Facing, la società di pannelli fotovoltaici di cui Guerrini era azionista al 10%.  L’azienda ottenne nel cantiere dello yacht un’importante commessa, mai liquidata. Secondo la ricostruzione che lo stesso Carlo Schiatti (che deteneva un’altra piccolo quota) ha fatto per il nostro giornale, questo mancato pagamento è stato tra le cause della crisi di High Facing, ora in liquidazione. Quanto a Fornasari, gli inquirenti puntano gli occhi sui suoi rapporti con gli ambienti politici ed ecclesiastici romani di cui è stato importante esponente come sottosegretario all’industria di Giulio Andreotti.