Giovedì 25 Aprile 2024

Violenza sessuale ai danni di un quattordicenne: il conduttore Tv Nedo Settimelli condannato a 3 anni e quattro mesi

Il Gip Giampiero Borraccia ha accolto in pieno la richiesta presentata dal Pm Ersilia Spena. Interdizione a vita da tutti i luoghi frequentati da minori. La storia di un caso complesso

Nedo Settimelli

Nedo Settimelli

Arezzo, 10 dicembre 2014 - Tre anni e quattro mesi: Nedo Settimelli, uno dei più popolari conduttori televisivi degli ultimi 40 anni della storia aretina, è stato condannato per violenza sessuale nel processo a suo carico presieduto dal Gip Giampiero Borraccia. E' esattamente la pena che aveva richiesto il Pm Ersilia Spena, nel quadro del rito abbreviato che era stato chiesto dall'avvocato difensore Raffaello Giorgetti. Si tratta ora di capire se la condanna rientra tra i casi per i quali è stata estesa la possibilità di accesso alla misura alternativa dell'affidamento in prova: finora vincolata alle condanne sotto i 3 anni e successivamente dal decreto svuota carceri portata a 4 quattro solo per una serie di casistiche.  A carico del conduttore Tv c'è anche l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e perpetua da qualunque luogo che sia frequentato da minori, scuole in testa. E poi è stato condannato a pagare una provvisionale di diecimila euro alla famiglia del ragazzo di 14 anni coinvolto.

La sentenza è stata pronunciata poco dopo le 14, a brevissima distanza dalla richiesta presentata dal Pm.  Settimelli, dicevamo, era accusato di violenza sessuale. Reato che è già grave in sè ma che nella situazione specifica era reso ancora più pesante dalla contestazione del secondo comma dell’articolo 609 bis del codice penale: il conduttore avrebbe approfittato dello stato di inferiorità di inferiorità psichica del quattordicenne che dice di essere stato l’oggetto della sua attenzione.

Il caso approdato oggi a sentenza trae origine dall'arresto di Nedo Settimelli, ad opera dei carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo, avvenuto il 30 agosto 2011 nei locali dell'emittente di cui il popolare conduttore era l'animatore. Dentro gli studi con lui appunto il quattordicenne, collegato via microfono (lo aveva dentro lo zainetto) con gli uomini dell'Arma in attesa all'esterno: intervennero quando ritennero che si fosse concretizzata una situazione di violenza sessuale, con Settimelli che accarezzava il ragazzo.

Ma perchè la giovane vittima delle attenzioni era microfonata? Nei giorni precedenti, dopo il primo contatto via Facebook, c'erano già stati degli incontri fra il quattordicenne e il conduttore Tv, che si diceva interessato a valorizzarne il talento musicale. In uno dei colloqui era anche passata di mano una banconota da cinquanta euro ("un regalo"),  particolare che aveva insospettito i genitori e li aveva indotto a rivolgersi ai carabinieri, che avevano poi allestito la trappola.

La sorpresa venne due giorni dopo quando il Gip Anna Maria Lo Prete non convalidò l'arresto e rimise in libertà Settimenlli: secondo lei non c'era stato reato e il giovane era stato al centro di una situazione di corteggiamento liberamente accettata. Oltretutto la presenza dei carabinieri fuori lo metteva in una condizione di sicurezza tale da non far scattare le condizioni della violenza sessuale.

Il Pm Elisabetta Iannelli, cui poi subentrò Ersilia Spena, fece subito ricorso al tribunale del Riesame (che le diede torto) e alla cassazione. Ma ci volle più di un anno perchè la suprema corte si pronunciasse e dicesse che il fumus del reato c'era, convalidando l'arresto e consentendo alla procura di far ripartire il procedimento penale, poi sfociato nell'aula del Gip un mese fa. Allora Settimelli chiese il rito abbreviato con sconto della pena che adesso gli è costato la condanna. Settimelli, difeso dall’avvocato Raffaello Giorgetti, ha chiesto il rito abbreviato, che comporta automaticamente lo sconto di un terzo della pena. Inutile ripetere che il protagonista televisivo ha sempre negato tutto e parlato di banale equivoco. Non a caso non ha mai accettato alcuna trattativa per risarcire l’adolescente e non ha mai chiesto di patteggiare. Alternativa secca: colpevole o innocente, senza vie di fuga intermedie.

L’arresto risale al 30 agosto del 2011 e avvenne negli studi della tv locale di cui era uno degli animatori principali. Non c’è il reato, scrisse nell’ordinanza in cui rigettò la convalida delle manette, il Gip Anna Maria Lo Prete. Non c’è perchè non necessariamente una mano morta presuppone una violenza sessuale, anzi può avvenire nell’ambito di un rapporto di complicità, e non c’è perchè manca appunto lo stato di inferiorità fisica: il quattordicenne, studente di scuola superiore, sapeva che fuori degli studi c’erano i carabinieri appostati, che ascoltavano tutto per tramite dei microfoni che lui aveva nello zainetto. Sembrava finita lì, ma la procura non si arrese. Il Pm Spena fu affiancata alla collega Elisabetta Iannelli e si decise per un doppio ricorso: al tribunale del riesame (e andò bene a Settimelli) e in Cassazione che a distanza di un anno e mezzo rovesciò clamorosamente le carte: arresto legittimo. Come a dire che la violenza sessuale c’era. E’ sulla base di quella decisione che Ersilia Spena ha poi chiesto il rinvio a giudizio del conduttore sfociato nel processo di oggi.

Presenti anche le parti civili dei genitori dello studente, ancora minorenne, rappresentati dall’avvocato Alessandro Serafini. Il capo di imputazione si basa, oltre che sulle intercettazioni ambientali fatte negli studi Tv, sul racconto del ragazzino, venuto in contatto con Settimelli su Facebook. Una conoscenza virtuale divenuta quindi conoscenza reale con alcuni appuntamenti nella sede della televisione. Il conduttore regalò al teen-ager 50 euro e fu quello che mise in allarme i genitori, i quali decisero di rivolgersi ai carabinieri. A seguire la trappola del 30 agosto. «Ma io volevo solo invitarlo a una festa di paese perchè era un talento», ha sempre detto Settimelli.  Ora la condanna a 3 anni e quattro mesi.