San Giovanni, 26 giugno 2011 - Trentamila persone, forse di più,. La notte di San Giovanni brulicava di gente, al di là di ogni previsione. Nell'incrocio tra gli artisti del circo, che fino alle due di notte hanno tenuto banco: e che proprio alle due hanno fatto un pienone in piazza Masaccio, neanche fosse mezzogiorno, con l'ultimo spettacolo avvolto dal fuoco.

Brucia San Giovanni e per una volta brucia per scherzo. Lontano da quella sciara di fuoco che anche ieri si è abbattuta, nascondendo mani vigliacche e piromani, lì dove non l'avresti spettata: stavolta all'impianto del gol di Valle al Pero di Cavriglia.

No, stavolta il fuoco fa spettacolo. E non solo il fuoco. Perché c'era la strada tutta rock, il Lungarno Risorgimento, dei giovani impegnati a ballare sull'asfalto come fosse la pista del sabato sera. C'erano le zone della gastronomia e dei banchi alimentari.

C'erano i mercatini nelle strade: e i negozi aperti, in una festa che brucia di qualche giorno i saldi, che partiranno solo sabato, ma ne ha già tutto il sapore. Il sapore di una città che ogni volta riesce a portare fuori migliaia di persone. E richiamandole da tutto il Valdarno e addirittura anche da Arezzo.

Con il Corso Italia e via Roma che a tratti hanno sfiorato il pericolo, in una calca indescrivibile. Una festa che ha tirato a lungo fino a tardi, fino all'alba. Congiungendo idealmente l'ora della cena con l'ora della colazione, il primo con la pasta e il cappuccino di ordinanza.

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