VERBALI SANTONE / "Me lo ritrovai davanti con i pantaloni giù": il racconto degli abusi sulle donne "simbolo del male"

Tutti gli episodi vengono riferiti all'interno del suo studio. Quel suicidio che scatenò la prima crisi SU LA NAZIONE DI OGGI

Cioni e la casa della comunità a Montecchio

Cioni e la casa della comunità a Montecchio

Arezzo, 18 novembre 2015 - Il santone con le mutande calate. Al centro del suo studio di Montecchio, mentre si accinge a molestare una delle adpete. Episodi per i quali il 16 gennaio apparirà dinanzi alla corte d’assise per riduzione in schiavitù dei suoi fedeli, maschi e femmine, e per violenza sessuale. A raccontare la scena è N.G., poco più di vent’anni all’epoca dei fatti e oggi 37. «Nel 2002 mi chiamò nel suo studio e chiuse la porta a chiave». Seguono gli abusi. «Era lui che si avvicinava e infilava le mani sotto gli indumenti. Io piangevo, lui insisteva che era il demonio a guidarmi». In una sola occasione «me lo vidi arrivare davanti e si buttò giù i pantaloni e le mutande», Con le donne il santone spiega anche gli elementi della sua elementare teologia, un miscuglio di misoginia, sessismo e abusi. ​Ancor più esplicito il santone con G.G, più giovane dell’altra adepta: «Cioni professava che anima, psiche e corpo erano collegate e influenzate dal male, quindi era necessaria la purificazione. Questa si aveva parlando con Mauro. Per il corpo, doveva intervenire lui con pratiche manuali, nel suo studio...Io ero terrorizzata ma lui diceva che era il demonio che non accettava che mi donassi a Dio». Per il santone i medici sono inaffidabili in quanto parte di una massoneria volta al male, come raccontano adesso molti fedeli. «Era solito evitare - dice S.I. - che i propri adepti si recassero dai medici perchè erano portatori di demoni». Alla massoneria Cioni imputa il suicidio nel 2000 di un giovane di Montespertoli (quasi tutti i seguaci vengono dalla zona dell’empolese) che si era sparato un colpo di fucile in testa dopo essere entrato in crisi a seguito della frequentazione in comunità. La morte del ragazzo è la causa di una prima crisi all’interno della setta, seguirà quella del settembre 2009, quando le donne prendono coscienza di essere state sottoposte ad abusi sessuali.