Arezzo, 31 gennaio 2015 - "Mia figlia è in Italia ed è in pericolo». Sarebbe stata la telefonata allarmata d e i genitori, arrivata dalla Romania, a far scattare le indagini su una tratta di donne prese in R omania con la promessa di un impiego come baby sitter. Solo che una volta arrivate , si sono ritrovate sulla strada.
Le ragazze, stando all’accusa, erano state vendute a un clan di albanesi. T re r o meni, due uom ini e una donna, sono stati accusati di tratta di esser i umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I tre sono accusati, in particolare, di aver portato in Italia con l’inganno tre connazionali. Nel mezzo, ci sarebbe anche una trattativa saltata : pare che il clan di albanesi, una volta compreso che le tre non erano state addestrate alla prostituzione, si s ia rifiutat o di perfezionare la «transazione». Sarà il processo a stabilire cosa effettivamente succedesse in quell’appartamento di Ambra. L’udienza di ieri ha visto sfilare i primi testimoni . Ieri sono stati sentiti il sostituto commissario della Questura di Siena e i carabinieri di Bucine che hanno fatto il blitz nell’ appartamento. La prossima udienza il 27 marzo. Ultimo, agghiacciante, particolare: se le accuse risulteranno fondate, il prezzo di vendita di una ragazza al clan di albanesi si aggira va sui 150 euro.