Truffe all'Inps per 200mila euro scoperte dalla Guardia di Finanza

Smascherati sei cittadini stranieri falsamente residenti ad Arezzo che percepivano indebitamente l'assegno sociale

Sede dell'Inps (Ansa)

Sede dell'Inps (Ansa)

Arezzo, 23 ottobre 2014 - Sei stranieri che percepivano indebitamente l’assegno sociale sono stati scoperti e denunciati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo. Circa 200.000 mila euro il danno accertato. L’attività è scaturita da una più complessa indagine coordinata, a livello nazionale, dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’INPS. L’operazione ha preso le mosse dall’analisi dei dati relativi ai fruitori del beneficio messi a disposizione dall’INPS con l’incrocio delle banche dati e la messa a sistema di altre informazioni di polizia, azioni trasversali che la Guardia di Finanza sta perseguendo con sempre maggiore sistematicità.

I controlli hanno riguardato la posizione di cittadini stranieri immigrati ultrasessantacinquenni, asseritamente in particolari situazioni di disagio economico. L’assegno sociale, infatti, è uno strumento assistenziale, del valore massimo di circa 450 euro mensili, che viene corrisposto ai cittadini italiani e stranieri stabilmente residenti Italia, con più di 65 anni di età ed in particolari situazioni di disagio economico. Le indagini condotte ad Arezzo, Sansepolcro e San Giovanni Valdarno hanno permesso di individuare 6 soggetti che percepivano il trattamento assistenziale mediante accredito in conto corrente, pur avendo fatto ritorno ai loro paesi di origine o essendosi assentati continuativamente oltre 30 giorni dal territorio nazionale senza alcuna comunicazione ai fini della sospensione temporanea del beneficio, così come previsto dalla normativa vigente. In taluni casi è emerso che i soggetti risultavano sin dall’inizio solo fittiziamente residenti nel territorio nazionale, in altri è stato verificato che si erano fermati in Italia solo per brevi periodi. E’ stato talora acclarato il coinvolgimento diretto di alcuni congiunti (figli) che, essendo rimasti in Italia, provvedevano con sistematicità e nell’immediatezza degli accrediti a prelevare le somme dai conti correnti o libretti postali cointestati con i genitori.

Gli illeciti percettori sono stati segnalati all’autorità giudiziaria ordinaria in ordine ai reati di truffa o malversazione ed all’INPS di Arezzo, che ha provveduto all’immediata sospensione dell’erogazione del beneficio. Sono infine in corso le procedure per il recupero di quanto indebitamente percepito.