Trovato morto, aveva una frattura alla base del collo. Forse ucciso a mani nude

Crescono i sospetti sulla morte di un settantenne nella zona a luci rosse di San Giovanni. I dubbi arrivati dall'autopsia

Silvano Miniati

Silvano Miniati

Arezzo, 2 agosto 2015 - Crescono i sospetti sulla morte di un pensionato valdarnese di 69 anni avvenuta il 5 giugno in una zona a luci rosse a San Giovanni. E' stata l'autopsia ad alimentare i dubbi su una morte etichettata inizialmente cone naturale. Ed emergono adesso nuovi particolari dall'esame effettuato dagli specialisti dell'equipe di medicina legale di Siena: le ferite individuate sul collo della vittima che evidenziano una frattura alla base del cranio.  Il giallo dell’estate arriva a scoppio ritardato dopo un decesso che risale a circa un mese fa. M.S., un valdarnese di settanta anni, era stato trovato morto a San Giovanni in quartiere Oltrarno, in una zona durante la notte teatro di scambi mercenari.

Cosa potrebbe essere successo? Forse un diverbio scatenato da una richiesta e degenerato in un’aggressione? Forse un pestaggio finito male? Oppure ci sono altre spiegazioni per le lesioni anomale trovate sul suo corpo? Le indaginiI proseguono. Senza sosta. I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni non scartano per il momento alcuna pista per cercare di far luce sulla morte di Silvano Miniati. E risolvere il «giallo» dell’estate. Scoppiato dopo che sono circolate la prime indiscrezioni relative agli esiti dell’esame autoptico sulla salma dell’equipe del d ipartimento di m edicina l egale di Siena. A quanto si è appreso, gli esperti avrebbero riscontrato una frattura alla base del collo. Che si è resa visibile solo durante l’autopsia. Nel corso della prima ricognizione cadaverica esterna, nei minuti successivi al ritrovamento del corpo esanime, infatti, non sarebbero stati notati ematomi di nessun genere. Per questo in un primo momento il decesso era stato classificato come dovuto a cause naturali.

Col passare delle ore, tuttavia, quel trauma anomalo, emerso solo in sede di autopsia, avrebbe cambiato decisamente i contorni del quadro generale e dato il via ad ulteriori indagini. L’ipotesi su cui si lavora al momento sembra essere quella dell’omicidio d’impeto, portato a termine addirittura a mani nude, forse al termine di una discussione. Ma siamo ancora nel campo delle voci ufficiose, in attesa della relazione finale del medico legale, attesa a giorni. Perchè è ferrea la cortina di riserbo alzata dagli inquirenti. Da due mesi, ormai, stanno passando al setaccio la vita del pensionato di 69 anni, residente a Mercatale di Bucine, per cercare di ricostruire frequentazioni e amicizie. E capire come il luogo del ritrovamento, possa essere in relazione con quanto accaduto. L’uomo  era sparito da casa senza dare notizie ai due figli nella serata del 4 giugno , fu ritrovato nel tardo pomeriggio del giorno successivo da un passante in un fossetto nelle vicinanze della pista ciclabile che dal ponte Pertini conduce alla Badiola. Una zona «ai margini», in prossimità del sottopasso della Direttissima e vicina al parcheggio dell’Autosole di San Giovanni Ovest, un’area da sempre considerata luogo di trasgressione. C’è da capire cosa facesse l ì quell’uomo descritto da chi lo conosceva come una persona normale e senza grilli per la testa. Vedovo da qualche anno, aveva riscoperto da tempo la passione per il ballo, racconta chi lo conosce. E lui stesso sul profilo Facebook appena venti giorni prima della sua scomparsa ha postato una frase che metteva in evidenza tutta la sua vitalità: «Sto pensanso a tutte le cose che vorrei fare se fossi più giovane». Nella foto è sorridente e in piena forma e in un altro post ricorda la felicità che gli davano la musica e il ballo. NEL FRATTEMPO gli uomini dell’Arma hanno già acquisito varie testimonianze per cercare di ricostruire gli ultimi movimenti del pensionato. Vagliati con attenzione dai tecnici informatici anche i tabulati telefonici.