Stazione alta velocità: scoppia il derby sull'ubicazione. L'Umbria boccia Chiusi e nel piano regionale punta su Rigutino-Olmo. Ceccarelli chiede l'inserimento del progetto tra le priorità nazionali

L'assessore regionale frena: "E' il momento di portare avanti l'idea, non di dividerci sulla sede" SU LA NAZIONE IN EDICOLA OGGI

Vacance in treno, il fascino dell'Interrail (Ansa)

Vacance in treno, il fascino dell'Interrail (Ansa)

Arezzo, 23 luglio 2014 - E' scoppiata la guerra della Tav. Chiusi rivendica la stazione sulla direttissima con il sindaco Scaramelli  in pelleginaggio dal viceministro Riccardo Nencini. Ma Vincenzo Ceccarelli, assessore ai trasporti della Toscana, stoppa le fughe in avanti e dice in sostanza: intanto pensiamo allo studio di fattibilità, per l’ubicazione c’è tempo. Intanto l’Umbria brucia le tappe, boccia Chiusi e sposa la soluzione Rigutino.  Il piano regionale dei trasporti spiega papale papale: «La base da cui partire non può che essere Olmo-Rigutino. L’Umbria non vuole che la stazione sia scollegata dalla rete ferroviaria regionale e dagli interregionali che ci collegano ad Arezzo e Firenze. «Per gli umbri è meglio utilizzare i treni a sud di Arezzo, meno carichi e a non più di tre o quattro chilometri da dove dovrebbe passare la Due Mari». E Chiusi? «Sarebbe assurdo fare una stazione lontana dalla linea lenta nel momento in cui è la stessa Europa che da qui al 2050 ci impone di portare il 50% della mobilità su ferro». Intanto da Ceccarelli è partita la richiesta di inserire la previsione nell’elenco delle opere ritenute prioritarie. Mentre cova la questione ubicazione. Scaramelli è già stato a Roma, ha incontrato il viceministro Riccardo Nencini per presentargli lo studio di di fattibilità. L’idea di Scaramelli è di utilizzare il centro carni di proprietà del Comune di Chiusi.

Stefano Gasperini: «L’occasione è fondamentale e il territorio aretino è cardine del progetto. La localizzazione deve però essere il frutto di un dibattito che metta da parte impostazioni localistiche. Arezzo è consapevole della sua condizione baricentrica e dell’ampio bacino di utenza». Massimiliano Dindalini: «E’ comprensibile la tentazione di alzare la mano per dire: la voglio qui. Ma ci vuole una strategia che non sia somma di municipalismi».