Neos: "Cediamo l'Arezzo". Bufera, titolare chiuso nello stadio. Sciopero giocatori? / FOTO

"Trattative con investitori esteri e italiani: abbiamo nominato un advisor". Ma nessun bonifico nè soldi. Volano parole grosse. Rabbia nel piazzale dello stadio. Il comunicato ufficiale

I tifosi assediano l'auto di Gatto

I tifosi assediano l'auto di Gatto

Arezzo, 22 febbraio 2018 - Giornata cruciale per l'Arezzo con l'arrivo di Fabio Gatto, imprenditore della Neos che è tornata proprietaria dell'Arezzo e dei rappresentanti della Lega guidati dal segretario Ghirelli. " Stiamo cedendo le quote dell'Arezzo e per questo abbiamo nominato un advisor" ha esclamato lo stesso Gatto. Non c'è bonifico, non ci sono soldi a disposizione per pagare gli stipendi, non ci sono spiragli tradendo anche l'ultima promessa della vigilia.

Esplode la bufera in sala stampa, volano parole grosse, volano accuse: fino all'interruzione della conferenza stampa, tra le proteste che intanto si allargano anche fuori della saletta, intorno allo stadio, dove tanti tifosi erano in attesa di sapere le ultime notizie. Partono calci e pugni verso l'auto dell'esponente della Neos, costretto subito dopo a rimanere chiuso nello stadio, ben protetto dalla Digos.

Gatto parla di trattative con investitori esteri e italiani ma siamo sostanzialmente di nuovo al palo. E sembra sempre più probabile lo sciopero dei giocatori e quindi la mancata discesa in campo con il Livorno.

L’imprenditore romano è rimasto chiuso in sede protetto dagli agenti della Digos, e da poco dopo mezzogiorno è stato nello stadio fino verso le 14,30, quando i tifosi che lo hanno aspettato fuori non certo per fargli i complimenti, erano andati via in gran parte.

E’ stata dunque una mattinata di grande tensione con le forze dell’ordine che hanno presiditato la situazione, arginando momenti delicati e impedendo che la situazione degenerasse alle vie di fatto. Il futuro del club amaranto è dunque sempre più a rischio e se i giocatori domenica non scenderanno in campo, la parola fine sarà praticamente anticipata.

Neos Solution 99 per cento, Orgoglio Amaranto uno per cento. Questo è quanto recita la visura camerale dell'Unione Sportiva Arezzo. Era stato l'ultimo ribaltone. La Neos torna proprietaria di un club sull'orlo del baratro e con i giocatori che minacciano di non scendere in campo domenica col Livorno se non interverranno fatti concreti in settimana. Oggi doveva essere la giornata cruciale con l'arrivo di tre rappresentanti della Lega, che incontrano prima il sindaco, poi staff tecnico, giocatori e dipendenti del club amaranto: ma tutto è finito in una bolla di sapone, tra le proteste e tra le urna.

 La Matteoni Gruop è fuori dal Cavallino, ma Marco Matteoni resta ancora il presidente del cda.  Qui servono fatti concreti, c'è da salvare l'Arezzo molto rapidamente, altrimenti sarà la fine, ingloriosa.

Intanto Orgoglio Amaranto nella riunione dell'altra sera all'Arbitro Club, ha fatto notare di non aver firmato alcun documento per la rinuncia al diritto di prelazione sulle quote e che per finire il campionato serve un milione e mezzo di euro circa.