Arezzo, niente pagamenti: incubo fallimento. Matteoni: "Scusate mi fermo, non ho i soldi"

Si è rotta subito l'intesa con il fondo inglese che avrebbe dovuto versare la cifra per coprire gli stipendi: e pare sia partita una denuncia per falso in bilancio

Matteoni

Matteoni

Arezzo, 16 febbraio - L'accordo per cedere il 42% dell'Arezzo ad un fondo inglese è saltato. I nuovi azionisti avrebbero rilevato irregolarità nel bilancio della società amaranto. Matteoni ha informato Paolo Bertini, consigliere comunale.

Tradotto? I 300mila euro necessari per coprire la scadenza con la Lega non arriveranno. Il bonifico non è mai partito da Londra e per l'Arezzo adesso si fa davvero dura. Oltre ad ulteriori quattro punti di penalità c'è anche il rischio della messa in mora del club di Viale Gramsci.

Lo scenario potrebbe diventare drammatico. Tra l'altro sembra che il fondo inglese abbia addirittura presentato una denuncia per falso in bilancio. Domenica il Pontedera ma già lunedì potrebbe partire la messa in mora dei calciatori e la Lega ricorrerebbe alla fideiussione depositata dall'ex presidente Mauro Ferretti per poter fare fronte ai pagamenti. 

«Mi scuso con tutti, ho provato a salvare l’Arezzo, ma non ci sono riuscito» - dice Marco Matteoni.

Scusi presidente, lei può dire ciò che vuole, ma ha sempre garantito che la scadenza con i pagamenti del 16 febbraio sarebbe stata rispettata, fondo inglese o no. Non era meglio il silenzio se non aveva certezze? «Questo è vero, ma mi era stato garantito che non ci sarebbero stati problemi».

La risposta non convince. Come mai è saltato l’accordo col fondo d’investimento inglese? «C’era il preliminare d’accordo da giovedì sera per il passaggio del 42 per cento delle azioni a loro, ma loro stamani (ieri per chi legge ndr) mi hanno telefonato dicendo che si tiravano indietro e che mi denunceranno per falso in bilancio perché hanno rilevato qualcosa che secondo loro non va anche se credo di aver agito correttamente. Un buco di bilancio di quasi 2 milioni non creato da me»

E adesso cosa intende fare? «Come tutte le volte anche oggi e piu che mai oggi ci metto la faccia. Ho lottato fino alle 11.44 ma sono costretto a mollare. Mi assumo tutte le colpe ma ci ho messo soldi e cuore. Non riesco ad andare avanti da solo come ho sempre detto. Non prendetevela col passato ma con me. La voragine era ed è troppo ampia per farvi fronte da soli».

Ma non lo sapeva prima che la situazione era complicata? «Si lo sapevo, ma non pensavo fosse così complicata».

Parlava di gufi e di sfiducia: i fatti dicono che chi era scettico aveva ragione... «I fatti dicono questo, ma vi assicuro che ho fatto tutto il possibile».

La sua avventura, breve e negativa come presidente dell’Arezzo finisce qui... «Purtroppo temo proprio di sì».

Ma si rende conto che lascia l’Arezzo sul lastrico? «Lo so benissimo e che ci crediate o no sono il primo a essere dispiaciuto. Ho fatto il possibile per salvare la società ma non ci sono riuscito anche se ho fatto il possibile. Ripeto, chiedo scusa a tutti e prendetevela soltanto con me, non con il passato».

Non era stato il dottore a imporgli di prendere l’Arezzo... «Dovevo fare il presidente di facciata, l’Arezzo l’aveva rilevato la Neos da Ferretti. Poi questo consorzio si è tirato indietro e sono subentrato io, provando a salvare la società. La Neos poi è rimasta con una quota di minoranza. Ho cercato qualcuno che mi aiutasse perché da solo non ce la facevo a sostenere una situazione difficilissima anche per i problemi precedenti. Avevo trovato il fondo inglese, ero convinto fosse la soluzione giusta, invece è finita male. Peccato, chiedo scusa». Ma la realtà è che l’Arezzo è sull’orlo del fallimento