L'ultima beffa di Matteoni: "Lettere pronte per i pagamenti". Tutto falso

Ancora presidente, cede le quote ma si sbilancia nell'ennesima promessa, alla luce della conferenza stampa anche questa non mantenuta

Gatto e la polizia che controlla la sala

Gatto e la polizia che controlla la sala

Arezzo, 21 febbraio 2018 - Ribaltone Arezzo: la Neos torna proprietaria col 99 per cento delle quote, l’uno per cento resta a Orgoglio Amaranto, mentre Marco Matteoni ha ceduto tutte le sue azioni, per l’esattezza l’84%. Lo stesso Matteoni si era sbilanciato nell'ennesima promessa di quelle che ha inanellato nel giro di poche settimane. «Sono pronte due lettere di credito per far fronte ai pagamenti, che il fondo inglese (è tornato in lizza?) può dare un aiuto e che nonostante non ci crediate, sto facendo il possibile per salvare l’Arezzo. Inoltre non è assolutamente vero che abbia chiesto un milione di euro per cedere il club».

Confrontate queste parole con i contenuti di quanto Fabio Gatto ha dichiarato alla stampa. La  sintesi? "Il re è nudo", l'ennesima promessa si è arenata tra le pieghe di una situazione che ormai è drammatica.

Ogni commento è superfluo, qui servono fatti concreti, il resto è aria fritta, anzi l’ennesima presa in giro. Tutto mentre la società rischia di esalare l’ultimo respiro. 

E in mattinata ci saranno tre rappresentanti della Lega, col segretario Ghirelli, che prima incontreranno il sindaco Ghinelli, il consigliere comunale ed ex arbitro Bertini, l’assessore allo sport Tiziana Nisini, poi dal Comune scenderanno allo stadio dove parleranno con i dipendenti dell’Arezzo, con lo staff tecnico e i giocatori.

Ormai c'è il serissimo rischio di uno sciopero, ovvero che domenica i giocatori non scendano in campo nel derby col Livorno al Comunale se non arriverà quel segnale concreto che ormai sembra davvero appeso ad un filo. E’ il terzo passaggio di proprietà in tre mesi, roba da guinness dei primati. A fine novembre da Programma Mutuo facente capo a Ferretti a Neos con Matteoni che doveva fare il presidente di facciata, poi Neos che si era tirata indietro quasi subito e col mancato pagamento di stipendi e contributi a dicembre, il rischio crack concreto, poi l’intervento di Matteoni che ha saldato alcuni stipendi ed è diventato presidente il 3 gennaio, lasciando però il 15 per cento a Neos.

Ma la farsa di pochi giorni fa ha gettato l’Arezzo nel dramma, perché Matteoni nonostante mille rassicurazioni, non ha rispettato i pagamenti del 16 febbraio. E pensare che il giorno precedente aveva detto di aver venduto il 42 per cento a un fondo inglese: «Penseranno loro agli stipendi, ma se non lo facessero interverrò io». Purtroppo è finita male e così arriveranno altri pesantissimi punti di penalizzazione.

Da quel momento Matteoni si è defilato, fino all’ennesimo clamoroso colpo di scena di ieri. Orgoglio Amaranto, che detiene l’1% delle azioni, non è stato avvertito del cambio di proprietà e chiaramente i propri rappresentanti non l’hanno presa bene. L’avvocato Andrea Marsili che rappresenta Gatto, si era limitato a dire che sarebbe venuto a parlare con intenzioni serie: potete verificare a fianco quanto questo fosse vero.