Arezzo, 21 maggio 2012 - Una cosa ormai è certa: il dio della pioggia non ama il calcio. Pioggia a lancio di secchi d'acqua per il carosello scudetto della Juventus. Pioggia a idranti accesi per il mini-carosello del Napoli vincitore in Coppa, Italia per di più.

Piove a tutto rubinetto sulla piccola festa aretina per il Napoli. Due auto e una moto, che dopo il fischio finale si perdono i rituali della consegna, la coppa lanciata verso il cielo, le interviste sempre uguali sia che uno vinca sia che uno perda: e si lanciano per le strade.

Essendo in tutto una carovana di tre mezzi la prendono seriamente. Inanellano giri su giri. Li incroci in via Roma e via Crispi, li ritrovi in via del Rossellino, li sfiori a Saione. Se non puntassi gli occhi potrebbero sembrare tifosi diversi, nuclei di una colonia napoletana certo più nutrita in città del mini-corteo. Ma sono sempre loro.

Che forse passano e ripassano proprio per migliorare l'effetto, un po' come nei primi esperimenti di cinema animato, quandle figurine immobili mosse in velocità acquisivano anche ilmovimento. Due bandieroni giganti da un lato di  ogni  macchina e altri due dal lato opposto. Una pennellata d'azzurro nella città in grigio, un po' perché il momento non è dei migliori e un po' perché le ultime giornate di certo non hanno contribuito a regalare ottimismo.

Quattro bandieroni e magliette azzurre, che si moltiplicano davanti agli schermi della Multisala, dove i tifosi tradizionalmente ormai si concentrano, per vivere l'effetto stadio senza comprare il biglietto, senza sobbarcarsi il viaggio in treno e senza fare tre pasti con panini al profumo di cipolla e caffè ristretti.

Nella notte della pioggia aretina il Napoli affida la festa aretina della vittoria a due macchine e una moto: e l'eco del clacson ti arriva attutito, dietro i finestrini dell'auto o dietro le finestre di casa, come annacquato dalle gocce che cadono generose, come insonorizzato da una voglia di far festa che in giro sembra quasi finita.