Bellucci: "Voglio un Arezzo senza paura". Addio a Camozzi, in amaranto sfiorò la A

Il nuovo allenatore Claudio Bellucci si dichiara molto motivato

Claudio Bellucci

Claudio Bellucci

Arezzo, 8 luglio 2017 - "Voglio un Arezzo combattivo, con coraggio, senza paura, che sappia giocarsela con tutti in casa e in trasferta ma anche attento alal fase difensiva" - ha detto il nuovo tecnico dell'Arezzo, Cludio Bellucci in conferenza stampa. E ancora: "Ho tante motivazioni e i giocatori dovranno esserlo come me. Non mi fa paura il salto da allenare una squadra giovanile a una prima squadra. Anzi è un orgoglio essere stato scelto per guidare l'Arezzo, squadra importante e con un bel passato ed espressione di una città di 100 mila abitanti".

Su Moscardelli ha detto: "E' il nostro simbolo per qualià, carisma ed esperienza. Mi fido molto di lui". Riguardo ai tecnici che ha avuto da giocatore: "Mazzone e Ullivieri mi hanno insegnato tanto e sono due grandi uomini".

Altra considerazione: "Andrea Sussi, aretino, è mio amico, abbiamo giocato due anni insieme a Bologna, L'ho già sentito".    

 E' Claudio Bellucci, ex giocatore di serie A, il nuovo allenatore dell'Arezzo.Oggi alle 15 la presentazione. E' alla sua prima esperienza sulla panchina di una squadra professionistica, finora si era occupato del settore giovanile.

Ha iniziato la carriera da tecnico nel 2011 alla Lodigiani.,poi dal 2013 alla Sampdoria dove era stato anche da calciatore. Ha collaborato con la Primavera guidata da Enrico Chiesa ed è stato collaboratore di Walter Zenga in prima squadra, quindi due stagione nocchiero della Berretti blucerchiata. 

Romano di nascita, 42 anni compiuti il 31 maggio, Bellucci è stato un attaccante di valore. Ha vestito le maglie di Sampdoria, Fiorenzuola, Venezia, Napoli, Livorno e Modena, ma le annate migliori della carriera le ha vissute a Bologna. Con i rossoblù ha giocato sei campionati (quattro in A, due in B), segnando 65 reti.

Nel 2006, al Comunale, segnò una tripletta con cui i felsinei vinsero la partita contro l'Arezzo di Gustinetti,.

Intanto arriva il giovane difensore Devis Talarico, 20 anni dal Varese, 32 presenze in D lo scorso campionato. Invece il centrocampista offensivo Pietro Arcidiacono è stato ceduto alla Sicula Leonzio di Lentini neo promossa in serie C.

Addio a Pietro Camozzi uno dei giocatori simbolo di quello che è stato probabilmente il più bell’Arezzo di sempre, stagione 1970-71. Camozzi, milanese, nato il 28 novembre 1940, è scomparso una settimana fa a Corinaldo, nelle Marche, dove aveva scelto di abitare. La notizia era passata sotto silenzio, ad Arezzo è venuta fuori proprio ieri. Dopo aver giocato con Potenza, Pescara, Nuova Cisterna, Frosinone, tre stagioni alla Reggina, una al Modena, due al Foggia, nel novembre 1970 arrivò all’Arezzo dove rimase fino a giugno 1972, prima di chiudere la carriera alla Sambenedettese. Centrocampista, sapeva lottare e aveva un gran tiro, indimenticabili alcuni gol su punizione, come i due che firmò contro il Mantova capolista della serie B il 21 febbraio 1971. Camozzi sbagliò un rigore, ma si riscattò alla grande con due reti su punizione, prima degli acuti di Benvenuto e Farina. Finì con un clamoroso 4-0. Dopo un avvio di campionato sofferto, a novembre l’Arezzo era ultimo, giunsero rinforzi come Benvenuto, Incerti e Camozzi e la squadra di Ballacci cominciò a volare arrivando a un certo punto vicinissima alla zona serie A. Alla fine il settimo posto, ma con una partenza diversa quell’Arezzo poteva spiccare il volo.Con lui giocò anche un giovanissimo ed emergente Francesco Graziani, che poi da presidente dell'Arezzo lo chiamò come vice allenatore di Cosmi in C2 vent'anni fa.

Fausto Sarrini