Arezzo, spunta una cordata romana: nuove ipotesi tra gli imprenditori locali

"Mister X" dalla capitale, il contatto forse nei prossimi giorni. Tra le possibili piste un esponente della famiglia Paglicci, Peruzzi della Gp Motors, l’orafo Giuseppe Aramini e l’imprenditore dell’oro Bicchi

Riccioli

Riccioli

Arezzo 20 ottobre 2017 - Una cordata romana vicina all'Arezzo? Un'indiscrezione delle ultime ore conduce ad un gruppo con a capo un imprenditore romano che già in passato aveva avuto abboccamenti con il presidente amaranto Mauro Ferretti, mai andati in porto dopo un mancato appuntamento con il patron.

L'imprenditore si trova negli Stati Uniti per affari ma farà rientro in Italia all’inizio della settimana prossima. Il contatto scatterà a quel punto, al momento solo per la presa in visione dei libri contabili della società. Insomma, una due diligence vera e propria. L’operazione comunque è complessa e molto in forse, considerando che la gestione della società da qui alla fine della stagione è quantificabile in una cifra tra il milione e mezzo e i due.

Capitolo imprenditori aretini. I nomi di quelli che hanno incontrato o incontreranno il sindaco Ghinelli si contano sulle dita di una mano. Si parla con insistenza di un esponente della famiglia Paglicci, di Peruzzi della Gp Motors, dell’orafo Giuseppe Aramini, dell’imprenditore dell’oro Bicchi rappresentato da un noto commercialista aretino. E a sondare il terreno per conto di un altro imprenditore ci sarebbe un procuratore di calcio di Arezzo, Gianni Magi.

Le altre ipotesi che erano emerse nei giorni scorsi erano quelle di Gianluca Ius,  l’ex presidente del Foligno, e di Mauro Venditti, produttore cinematografico fiorentino della «Zenit Distribution» che ha tra le altre cose all’attivo «Ustica» di Renzo Martinelli. Venditti già si era fatto vivo in passato. Ma ancora non c’è nulla di concreto.

Niente possibilità inece sul fronte degli imprenditori più di grido: Andrea Fabianelli, Alessandro Butali, Sergio Squarcialupi e Gianni Gori,.

L'ADDIO DI FERRETTI. Ferretti ha detto stop. Il presidente ha deciso di abbandonare: e la scelta è immediata. La patata bollente passa al direttore generale Riccioli, al quale toccherà il compito di trovare nuovi acquirenti. Riccioli è anche vicepresidente e ora con l'incarico di portare la società alla cessione definitiva a nuovi acquirenti, cessione delle quote che conferma ancora sarà  a zero euro. "E' una persona della quale mi fido ciecamente: è un amico e un professionista, sono in buone mani".

«Ho preso la decisione dopo una riflessione molto attenta: lascio l’Arezzo, mi disimpegno da questo momento. Ho pagato gli stipendi di luglio e agosto ma non i contributi, purtroppo non ci sono riuscito nei termini previsti e mi dispiace». E questo porterà ad altri due punti di penalizzazione. Con la minaccia ancora non spazzata via di un deferimento sui ritardati pagamenti che scadevano a giugno.

"Parlerò con il sindaco, sono molto fiducioso che insieme a lui la società possa mettere insieme un gruppo in grado di dare le risposte giuste per il futuro dell'Arezzo". Finora si sono presentati personaggi inaffidabili", ma sembra ci siano abboccamenti con alcuni imprenditori anche aretini. Ancora Ferretti: "Onorerò gli impegni fino alla vendita definitiva ma per me questa storia ormai è alla fine"

Alla base una scelta più ampia sulla sua situazione economica. "La crisi purtroppo non mi ha aiutato: le mie aziende vantano creditI con lo Stato. Questa mancanza di liquidità mi ha fortemente penalizzato. Sono dispiaciuto ma dovevo scegliere. Purtroppo il problema maggiore è la liquidità. E io sono costretto a sacrificare l'Arezzo per le altre mie aziende».

Arezzo la cui situazione secondo l'ormai ex presidente è sana. "Ha seicentomila euro di debiti rateizzati su 48 mesi: non c'è altro. Il costo di gestione annua è di circa 2 milioni. E' una società sana, con i bilanci certificati.

Riguardo alla squadra Ferretti sostiene che non soffrirà questa situazione di incertezza: "Non credo, l'organico è buono, per l'ordinaria amministrazione ci siamo, spero che ci sia la svolta societaria al più presto. Tranquilli, gli impegni verranno onorati, la squadra continuerà a giocare e sono anche convinto che farà bene».

Ma intanto scattano altri due punti di penalizzazione: sono stati pagati gli stipendi e non i contributi. E comincia una fase sostanzialmente al buio. Con il presidente che si augura un chiarimento e il passaggio di mano ad altri imprenditori ("meglio se aretini") in tempi brevi: ma costretto ad ammettere che al momento non ci sono trattative solide e avanzate.

Già da diversi mesi Ferretti stava cercando di cedere la società (anzi l'aveva ceduta ma un personaggio che non dava nessun affidamento e la seconda volta invece la trattativa non si è concretizzata), avendo annunciato  che da solo aveva difficoltà a far fronte ai numerosi impegni economici per mandare avanti una società di serie C con troppe uscite e rarissime entrate. Un quadro nel quale si sono aggiunte le difficoltà con la tifoseria, sulle quali comunque minimizza al momento dell'addio.