Torna un ente del turismo, manager esterno a guidarlo: ecco il piano di rilancio

Digitalizzazione globale, moltiplicazione punti informazione, marketing: ecco il progetto lanciato da Marcello Comanducci. La Fiera tra i punti centrali

Comanducci

Comanducci

Arezzo, 7 giugno 2017 - La tentazione del super manager: l’esperto in arrivo da fuori, ovviamente da scegliere attraverso un bando, e al quale affidare quella che la giunta ha deciso essere la sua principale priorità o quasi. Il rilancio del turismo. Un lavoro che ieri è confluito in sala Sant’Ignazio, lì dove Comanducci ha illustrato le tappe dell’operazione.

La sintesi è comunque chiara: farne un settore strategico, ricreare una cabina di regia che faccia le scelte operative principali, mettere in testa un manager professionista. «Credo – spiega lo stesso Comanducci – che qui si giochi una parte del futuro della nostra città e in particolare del centro». L’assessore vede il bicchiere non pieno ma già pienotto. «I dati ufficiali indicano da un anno all’altro un aumento di pernottamenti del 16,7%». Ma per primo sa che non basta. «Con tutto siamo nelle ultime posizioni in Toscana tra i capoluoghi ed è una situazione che non può andare avanti».

Il resto dell’operazione è ricco di dettagli. Una digitalizzazione complessiva, una serie di banche dati. E un portale nuovo: tutto destinato proprio al turismo, che diventerà uno snodo delle operazioni. Ma la parola d’ordine diventa promozione, pista spesso abbandonata nel passato. Poi la conta, dei turisti e degli eventi.

«Abbiamo calcolato 148 eventi ad Arezzo, anche se molti di questi con una ricaduta davvero modesta». L’obiettivo è quello di evitare ingorghi fatali, come quelli verificatisi nelle scorse domeniche, quando una parte di turisti e visitatori è andato a rinforzare gli alberghi fuori Arezzo.

In teoria la nuova rete dovrebbe in presa diretta mettere tutto on line, compresi gli appuntamenti sportivi, quelli che ormai sono quasi la prima fonte di arrivi in città. Una montagna di dati dalla quale definire un brand, come dire il cuore della nostra proposta turistica, e un marketing adeguato.

Nel concreto gli altri filoni che porterà avanti saranno l’antiquariato, per ridare gambe alla Fiera, i cammini storici sul territorio e il lancio di Arezzo Wedding, la proposta a tutto il mondo di venirsi a sposare qui. Ma ieri, nella presentazione del progetto a Sant’Ignazio, si è mosso soprattutto sul sistema da mettere in piedi. Si chiama DMO, le iniziali di qualcosa di terribile come «Destination management organization». In sintesi? Anni dopo la morte delle Apt torna un ente a tenere le redini del turismo aretino. Un ente comunale ma da aprire subito agli altri centri della provincia e possibilmente anche ai privati.

Tempi? Dovrebbe entrare in campo entro dicembre, diventare operativo nel 2018 e produrre il massimo dei risultato entro il 2020. Due i capisaldi: informazione e accoglienza. Nel primo caso con una rete che parta dal cartello e arrivi a internet, passando da una serie di sistemi innovativi. E nel secondo spaziando dalla messa in rete di informazioni in tempo reale da tutti gli alberghi fino ai depositi bagagli, ai bagni, ai bancomat. E alla moltiplicazione degli uffici turistici: quelli ufficiali ma anche quelli intermedi, a cominciare dalle cartolerie e dalle edicole in grado di partecipare alla rete.