Arezzo, 15 luglio 2010 - E’ più superstizioso un napoletano o un impresario di rock? Non c’è dubbio, un impresario di rock napoletano. E se, tra un amuleto e l’altro, quello si sbilancia in un pronostico favorevole, qualcosa vuol dire. A Nicola Zaccardi, con Giovanni Tafuro uno dei due "registi" del Play Art, brillano gli occhi. "Quest’anno non ho dubbi: sarà un grande successo". Previsione ma anche somma. Somma dei biglietti già staccati per le serate di punta. Confronti con le prime edizioni. Così mentre i Deep Purple fanno le bizze, chiedono limousine e 200 chili di ghiaccio agli organizzatori, il Play spicca il volo.

 

L’inizio della settimana decisiva, che poi nei festival è sempre l’ultima. Oltre ottomila le presenze già certe. E segnali mai tanto promettenti per uno degli eventi: il sabato dei Litfiba. La "reunion" tra Piero Pelù e Ghigo Renzulli funziona, almeno per ora. Aveva funzionato in primavera a Firenze, ma il tam tam dei fans, dei blog e dei siti internet lavora sodo. Le previsioni parlano di un pubblico oltre quota cinquemila: e forse parecchio oltre. Segnali, certo, che tra pochi giorni dovranno essere setacciati al filtro implacabile delle biglietterie. Perché la nave del Play prende il mare. Due serate in piazza della Libertà, sotto la torre del Comune, nello stadio di Joan Baez e di Patti Smith. La prima affidata ai giovani ma anche ai 99 Posse, un’altra «reunion», il gruppo dei centri sociali che si alleggerisce dell’anima pop per tornare dura e cruda.

 

Una serata d’avvio, in una location che vale duemila persone. Difficile? Zaccardi sorride sotto i baffi, in barba agli ultimi bricioli di superstizione. Il giorno dopo, giovedì 22, la Notte Rosa, il ponte tra il Play e l’Apt, tra il Comune e la Provincia. Tra i protagionisti Lella Costa e Nina Zilli, partita in sordina ma nel pieno di un’estate dove canta dappertutto meno che sotto la doccia. Ingresso gratuito, sullo stile di una notte al femminile, tra shopping e stelle. Quindi la tre giorni finale. I Deep Purple venerdì 23. Deep Purple che, stelle golose, chiedono di tutto: dalla limousine a 200 chili di ghiaccio all’eleganza assoluta nel back stage. Ma che intanto lavorano alla coreografia. Uno scvenario gigante una "truss" che incendierà il Prato: al centro le iniziali DP, quasi a ipnotizzare il pubblico. Passarono come la band più rumorosa, certificata dal Guinnes, ma sono anche uno dei gruppi che ha fatto la storia del rock. Intorno ad Arezzo fanno due concerti: la prevendita per ora qui viaggia a buon ritmo, vedremo quanto i bis danneggeranno la festa.

 

Quindi il sabato dei Litfiba. Prevendita a tutta, un po’ come la serata finale, la più raffinata, sul filo della musica house: Baustelle, uno dei gruppi dell’anno, e l’esclusiva nazionale Belle and Sebastian. Sono le ciliegine della cittadella rock. Ciliegie che da venerdì saranno servite con tanto di cene. Il Play Food apre il venerdì, stavolta il palco sarà appoggiato al Comune, stile estrazione delle carriere, il resto sarà imbandito. Fino a tardi, perché il Play 2010 viaggia di notte: la letteratura sfonda l’una in piazza San Francesco. e i banchi ricuciranno il percorso da piazetta Madonna del Conforto a piazza Grande. Le adesioni sono in arrivo. In arrivo come gli appassionati dei festival. Il nuovo grido degli spostamenti è il "roadsharing": autostop organizzato, su internet dai la disponibilità o la cerchi, ti aspettano, ti conosci, viaggi con gli altri. Forse arrivi. Forse: beh, un pizzico di superstizione non guasta mai.