Da vigile del fuoco a regista, lancia il film su Patroni Griffi: c'è anche Napolitano

Antonio Castaldo mantiene la sua passione con la sua attività. All'Eden il docufilm su uno dei personaggi chiave del Novecento, il racconto dei vip

Antonio Castaldo con Luca Barbareschi

Antonio Castaldo con Luca Barbareschi

Arezzo, 24 giugno 2017 - Era uno di quei tanti vigili del fuoco aretini che nel giorno della tempesta di vento di due anni fa si ritrovava a gestire piante abbattute e tetti scoperchiati. O che si avventurava in Casentino tra fughe di gas da brivido pur di soccorrere chi era in difficoltà. Vento e gas affrontati con passione: del suo doppio lavoro. Quello di pompiere e quello di regista. E’ Antonio Castaldo (nella foto): innamorato del mestiere di soccorritore, anche perché gli consente di alimentare la sua passione. Il cinema. Dieci anni ad Arezzo, qui si è laureato in musica e spettacolo: ora è a Roma, sempre sospeso tra la cinepresa e l’idrante.

Ma Arezzo resta la sua terra di vocazione: e stasera presenterà all’Arena Eden l’ultimo film, «Metti una sera a cena con Peppino». Peppino Patroni Griffi, uno dei protagonisti della cultura e soprattutto dello spettacolo italiano del Novecento. Un viaggio, un viaggio avvincente nella sua arte e nella sua vita: e insieme in un’epoca dove i protagonisti di oggi sembrano comporsi e ricomporsi come solo la memoria e il cinema riescono a fare. «Grazie, mi hai fatto rivivere un periodo fondamentale della mia storia».

E’ uno dei passaggi della lettera che gli ha scritto Giorgio Napolitano: l’ex presidente della Repubblica ha una delle testimonianze forti del film. Ed era in prima fila all’Eliseo, quando il docufilm è stato lanciato di recente, grazie all’appoggio di Luca Barbareschi. Un Napolitano a sorpresa: non alle prese con le trattative politiche ma da giovane impegnato a curare la regia di uno spettacolo per il quale Patroni Griffi aveva realizzato i bozzetti dei costumi.

E la cui voce nei 65 minuti del film si va ad incrociare per una volta non con i leader di partito ma con quelle di Massimo Ranieri, Raffaele La Capria, Franca Valeri, dei premi Oscar Gabriella Pescucci e Vittorio Storaro, di Kaspar Capparoni. Tutto lì, davanti alla cinepresa del vigile-regista.

CHE ad Arezzo è legato anche dal primo cortometraggio: si chiamava «Cristina» ed era una storia tutta ambientata nel cuore di piazza Grande, protagonista un espositore della Fiera, interpretato da un caratterista formidabile come Ernesto Mahieux. Anche quel film lanciato all’Eden, proprio come stasera: e come il film sull’Europa, che ormai da anni viene riproposto stabilmente da Rai Storia.

Per ora il percorso di «Metti una sera a cena con Peppino» è diverso: l’opera, prodotta da Luce Cinecittà e 8 Production, è in tour nei principali teatri italiani: non solo l’Eliseo ma anche il Franco Parenti di Milano, il Mercadante di Napoli, la Pergola di Firenze. Tra cinema, teatro, letteratura: come se il viaggio del film fosse ritagliato addosso ai panni del protagonista, capace di spaziare dal dramma alla commedia, dal musical al romanzo, dall’opera al cinema. Eclettico, quasi come chi di giorno fa il vigile del fuoco e di notte il regista:e tutto per raccontarne l’epopea.