Bobo Rondelli: «Sono un cantautore che raccatta storie». Concerto al Karemaski

L'artista livornese presenta l'album "Anime storte"

Bobo Rondelli

Bobo Rondelli

 

Arezzo 8 dicembre 2017 _ Più che un cantautore si ritiene un «raccatta storie» e stasera sarà ad Arezzo per un evento al Karemaski durante il quale presenterà la sua ultima fatica, «Anime storte». È lo stesso Bobo Rondelli, con la sua voce inconfondibilmente calda, a spiegare da dove nasce questo lavoro e chi sono le anime storte: «Tutti quelli che stanno un po’ fuori dal sistema, ai margini. Quelli che non si sono massificati, non vanno nei locali alla moda, non fanno le cose che fanno tutti».

Ma, mi perdoni, questa cosa di stare fuori dagli schemi non rischia di essere una sorta di conformismo al contrario?

«Facciamo una distinzione, si può stare dentro il sistema e non aderire completamente. Credo che sotto il nazismo ci siano state tante persone che abbiano finto di aderire per salvarsi la pelle. Ma le anime storte sono altre. Anima storta, ad esempio, era quello che ha inventato la ruota perché si era stufato di andare a piedi. Con la sua ’illuminante stortezza’ ha cambiato per sempre il corso delle cose».

Nel suo album c’è una canzone che è un manifesto, «Soli», dove si parla di tante persone che sembrano non avere possibilità di relazionarsi però fanno un sacco di selfie. Queste persone le fanno più rabbia o compassione?

«Se allarghiamo il discorso, io provo compassione anche per chi è pieno di soldi ma che a volte sembra più disperato di chi va a lavorare in fabbrica. Certo che provo compassione».

È uno dei cantautori più apprezzati, che effetto le fa?

«Più che altro sono un raccatta storie. Credo che questo sentimenti nei miei confronti nasca da lontano, vengo da una famiglia che ha molto sofferto durante il fascismo, siamo diventati partigiani anche per forza, ce ne sono capitate tante. Credo che siano in molti a identificarsi con questi sentimenti».

Presentando il tuo album Saverio Tommasi ha scritto «Bobo Rondelli si muove come un orso in una cristalleria, riuscendo a bere in tutti i bicchieri e a non romperne neanche uno».

«Caspita, bello. Eppure, tante volte avrei voglia di rovesciare tutti i tavoli ma lasciare intatti i bicchieri».

Per forza, servono per bere. A presto, poeta.

«Poeta in greco significa fare. Con ciò si intende che noi diamo tanta importanza alle parole, ma serve anche l’azione».

Dory D'Anzeo