Back in Time frena ma non molla: chiude a 60mila, tanti stranieri e vola verso il tris

Il giorno top resta il sabato, ieri buon finale ma sotto i numeri di un anno fa: però scuote la città alta, regala ai locali tre giorni di pienone. Comanducci pensa al 2018: "Così il rilancio"

Si è chiuso il Back in Time

Si è chiuso il Back in Time

Arezzo, 31 luglio 2017 - Back in Time frena ma non molla. La manifestazione rispetto ad un anno fa rallenta un po’. Incassa un sabato d’oro, di quelli che riconciliano con la città alta. Ma chiude un po' sotto, anche se sono in tanti, tantissimi comunque a salutarsi, tra baci e colpi di moschetto, prima in piazza Grande e poi nell’ovale del Prato.

La legge dei numeri indica una stima sui tre giorni intorno a quota sessantamila. Meno dei centomila di un anno fa. Ma il secondo film, si sa, è sempre il più difficile: e il dato resta importante. Anche perché si coniuga a due fattori non irrilevanti. Uno è un luglio dove i risparmi di famiglia hanno riportato un bel po’ di aretini al mare. L’altro è l’effetto novità, che funziona ma una volta sola.

Nei fatti l'evento risveglia la città alta. Per tre giorni non c’è stato altro: ad Arezzo e in buona parte della provincia. Gli stranieri sono riapparsi dagli agriturismi, dai bed and breakfast, dalle piscine. Lo confermano i ristoratori. «C’è stato un momento – racconta Federico Vestri – in cui ai nostri tavoli non c’era neanche un italiano». Te lo dice con il peplo addosso e davanti al sagomato del Back in Time. Il rimbalzo dei locali è entusiasmante: i più hanno lavorato come raramente gli capita.

Per qualcuno c’è la frenata della domenica. Musi lunghi ai mercatini: i più ti rispondono di aver fatto pochi affari e di aver guadagnato la metà dell’anno scorso. Anche se poi ognuno fa storia a sè. Negozi, rimasti quasi tutti chiusi. 

Impressioni di luglio, in coda ad un evento che l’assessore Comanducci conferma anche per l’anno prossimo: anzi, è pronto a rilanciare. La Fortezza al centro, rappresentazioni al posto delle spiegazioni, la linea di Nimes, quella dei grandi giochi storici, orari più lunghi.

in un evento che vien di notte. Il flusso delle presenze sale di scatto dopo le 22: luglio è fatto così, aggiri la canicola e vai allo scoperto solo sul tardi. Anche ieri sera, quando il pubblico spalmato in tutto il centro ha cominciato a concentrarsi prima in piazza Grande e poi al Prato. E nel carosello finale ha faticato a sciogliersi: come se la festa fosse appena iniziata, come se la notte non dovesse finire.