Arezzo, 28 aprile 2014 - A D’ANNUNZIO l’acquerugiola sottile della Pioggia del Pineto sarà anche parsa poetica, ma è difficile che la pensino allo stesso modo gli organizzatori di Fotoantiquaria e della Piccola Montmartre in via Madonna del Prato, i due eventi di una domenica falcidiata dal maltempo. E’ finita così che i frequentatori si sono dovuti adattare nei pochi sprazzi fra un acquazzone e l’altro, una maledizione per chi nelle due manifestazioni aveva speso tempo e passione.

Fotoantiquaria, l’ormai classica mostra del modernariato legato alla fotografia che si svolge due volte l’anno, si è un po’ salvata perchè nemmeno la pioggia riesce ad arrivare sotto le Logge del Vasari in piazza Grande, ma certo non è stato nè lo stesso effetto nè lo stesso pubblico di una domenica col sole, come pure era lecito aspettarsi quando ormai maggio è alle porte. Vabbè, gli appassionati si sono potuti divertire lo stesso fra qualche macchina fotografica davvero d’epoca e altre che il rapido progresso della tecnologia ha reso antiquate nonostante siano vecchie di poche decine d’anni. Figurarsi che ormai tra i pezzi d’antiquariato si ritrovano persino alcuni apparecchi digitali: all’inizio del nuovo millennio erano il non plus ultra della modernità, adesso sembrano dinosauri dissepolti in qualche palude di origine preistorica. Ma è appunto quello che vanno cercando gli aficionados della manifestazione, che al solito ha raccolto espositori da mezza Italia.

NON C’ERANO PORTICI, invece, a salvare dal maltempo via Madonna del Prato trasformata in una sorta di mix fra il mercatino e il ritrovo estemporaneo d’arte minore. La mattina in qualche modo è andata, con le nuvole minacciose ma inoffensive, il pomeriggio invece si è trasformato in una sorta di mini-calvario che ha disperso la folla. Agli organizzatori dell’Ascom resta la consolazione che i commercianti della strada, almeno della parte alta, abbiano risposto al completo, aprendo le serrande per un’altra domenica di lavoro in un periodo in cui, certo, i festivi con le luci accese non mancano. Gli artisti di strada, i mangiafuoco, i trampolieri e tutta la genìa del caso si sono potuti esibire solo la mattina. Dopo pranzo hanno dovuto limitarsi a camminare sconsolati in attesa di una schiarita che non è mai arrivata. Il pubblico, quel poco che c’era (ma la mattina un po’ di folla si è vista) si è accontentato con lo stand gastronomico allestito all’incrocio con via Garibaldi.

COMUNQUE SIA, una reazione d’orgoglio della strada che è diventata negli ultimi anni un Corso in tono minore. Ormai, da un punto di vista commerciale, via Madonna del Prato ha superato in molti tratti zone un tempo più pregiate come via e piazza Guido Monaco. Questo appunto voleva esprimere la festa rimasta a metà, giunta ormai al terzo appuntamento. Una rinascita che si deve anche alla pedonalizzazione della parte bassa. Nell’altra, quella sopra via Roma, il traffico è stato invece sospeso per l’intera giornata. I commercianti vorrebbero anche lì la chiusura integrale. E’ uno dei dossier che restano sui tavoli di Palazzo Cavallo.