Spacciavano droga nelle scuole: i contatti fino in classe via sms. Padre e figlio coinvolti nella rete

Le intercettazioni telefoniche sulle trattative intorno alla "polvere"

Alcuni degli arrestati

Alcuni degli arrestati

Arezzo, 25 marzo 2015 - Ci sono anche due giovani di Sansepolcro e uno di Monterchi fra i soggetti coinvolti nell’operazione «Ragazzi in erba», che nelle prime ore della giornata di ieri ha portato all’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare e di 14 perquisizioni per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sono ex studenti, si conoscono tutti tra loro, attualmente molti non svolgevano nessun particolare lavoro, tranne un paio alle dipendenze di aziende del posto.

A mattina a scuola. Cellulare acceso, pronto a ricevere le prenotazioni per la ‘roba’. E poi via a rifornire compagni ed amici. A piazzare anche la coca del padre. E’ uno spaccato di una Valtiberina stretta nella morsa della droga spacciata dai giovanissimi quella che emerge dalle carte dell’inchiesta della polizia che ha coinvolto una decina di persone tra carcere, domiciliari e obblighi di dimora.

Tutto ruota attorno a due personaggi chiave, Valentino Ludovici, vent’anni appena, originario di Sansepolcro ma residente a Pistrino (che avrebbe reclutato anche giovani ‘collaboratori’ per lo spaccio al dettaglio) e del padre, Paolo che, secondo la ricostruzione degli investigatori consegnava al figlio la cocaina da spacciare. Il 30 aprile del 2013 – nei giorni frenetici dell’indagine – la polizia intercetta Valentino, all’epoca 18enne. Un conoscente lo contatta sul telefono alle 13.11:  M. pronto! Valentino: chi è? M.: Oh! so il fio..! Valentino: chi? M.: amico del pancio, gio a scuola con lu, ‘ntarcordi? Valentino: boh! insomma dimme’ M.: ‘ndu se’? Valentino: a scola!! M.: a scola ancora, a che ora stacchi? Valentino: Ah! verso l’una e mezzo? M.: io so tipo in piazza. Valentino: Aspetteme la e viemme a salute’ tu, io a te ‘nte conosco!

Secondo gli investigatori è il gancio per acquistare stupefacente visto che i due praticamente non si conoscono. Ma che il giro ruotasse anche attorno alle aule scolastiche emerge anche da altre conversazioni agli atti. Come quella in cui, un altro giovanissimo che «dice a Ludovici che la mattina successiva si dovrà incontrare a scuola con C. il quale gli comunicherà la quantità di stupefacente che hanno intenzione di acquistare («Fatte vede dal c.. a scuola che ti anticipa il tutto»).

Il monterchiese, Nicola Pettinari di 21 anni, è uno dei due associati al carcere perugino di Capanne assieme al 20enne Valentino Ludovici, nativo di Sansepolcro ma residente a Pistrino di Citerna e ritenuto la persona che – sotto la copertura del padre, Paolo Ludovici di 51 anni – avrebbe tenuto le fila dell’organizzazione senza «confini» e con struttura piramidale, dedita allo smercio di droga a Città di Castello, San Giustino, Citerna, Pistrino, Sansepolcro e Monterchi, soprattutto in prossimità delle scuole. A Sansepolcro, il fulcro era un noto centro commerciale a ridosso delle mura urbiche, mentre a Monterchi il ritrovo era la piazza di Mercatale. I due biturgensi sono invece Mattia Pancioni di 24 anni, uno dei sei giovani finiti agli arresti domiciliari e Samuel Neri di 21, uno dei due che se la sono cavata con l’obbligo di dimora.

È stata l’intensa attività di indagine, coordinata dalla dottoressa Gemma Miliani della Procura di Perugia e condotta per otto mesi (anche durante il periodo estivo), a portare alla luce l’esistenza della rete di spacciatori, a seguito di una serie di controlli effettuati durante i servizi ordinari. Gli uomini del Commissariato di Città di Castello guidati dal dirigente Marco Tangorra e dall’ispettore superiore, il biturgense Maurizio Alessandrini, sono allora entrati in azione con l’ausilio delle unità cinofile di Ancona, della Squadra Mobile e della Digos di Perugia, dei colleghi poliziotti di Foligno e Assisi e del Reparto Prevenzione Crimine Umbria-Marche di Perugia, mentre in provincia di Arezzo hanno operato Squadra Mobile e Commissariato di Sansepolcro. Gli altri ai domiciliari, oltre al 51enne padre, sono Mirko Corsini e Filippo Camorri (nativo di Sansepolcro), entrambi 22enni e residenti a Selci Lama, più altri due coetanei: Gabriele Metucci (nativo di Sansepolcro), che abita a San Giustino ed Samir Agrar, marocchino che vive a Pistrino, unico straniero del gruppo e anche, per ora, unico latitante. ​Il secondo con obbligo di dimora è un altro giovane di Selci Lama, Nicola Paoloni di 23 anni e a completare la lista vi sono i 3 denunciati in stato di libertà: B.R., minorenne di Citerna; P.M., 21 anni di Città di Castello ed L.G.F., 30 anni, nato a San Salvador ma residente sempre nel capoluogo tifernate. INGENTE sia il recupero delle somme in denaro (diverse decine di migliaia di euro), sia delle sostanze stupefacenti, ovvero non solo… erba: nello specifico, 600 grammi di hashish, 300 di marijuana, 150 di cocaina, 4 di ketamina, 10 circa di mdma, più 74 pasticche di ecstasy e funghi allucinogeni. E le indagini non si fermano ovviamente qui, anche perché in sede di interrogatori potrebbero emergere ulteriori particolari relativi a fatti e a persone al momento rimaste fuori. Non sono nemmeno esclusi collegamenti con l’arresto, avvenuto nel 2013, di due giovani pusher al parco del Roccolo di San Giustino; di sicuro, quella circostanza ha indotto le forze dell’ordine a concentrare di più l’attenzione sul fenomeno droga, con importanti risultati o