Sovrintendenza "scippata" sotto il naso, taglio già firmato. Allarme da maggio ma la politica ha taciuto

"Ho la bozza da primavera e ho chiesto un intervento: che hanno fatto gli amministratori" denuncia la presidente del centro guide SU LA NAZIONE DI OGGI

La presidente del centro guide Adina Persano durante il suo intervento

La presidente del centro guide Adina Persano durante il suo intervento

Arezzo, 25 novembre 2014 - Ce l'hanno presa sotto il naso. O è la politica che in effetti ci ha preso per il naso? Il dubbio è lecito nel giorno del grande vertice sula Sovrintendenza. E dal quale è saltato fuori che il taglio dell'ente da Arezzo è una decisione già presa e controfirmata contanto di decreto. E non solo: che l'allarme era partito a maggio. "Avevo quella bozza da maggio e in tante occasioni pubbliche l'ho detto e ho chiesto aiuto: cosa hanno fatto i nostri politici?". La domanda arriva da Adina Persano, la presidente del centro guide. E che, un po' anche per il suo fisico minuto, finisce per diventare il bambino che guarda il re non solo scopre ma grida che il re è nudo. E in effetti è proprio nudo. Tutti intorno al tavolo già dalle 10, con tutte le autorità aretine: da quelle politiche a quelle economiche e culturali. C'erano il pro sindaco Gasperin, il presidnete della provincia Vasai, il primo rettore Fornasari, e  poi la senatrice Mattesini, il presidente della Camera di Commercio Sereni, il centro guide e l'ordine degli architetti. "Dobbiamo uscire avendo una linea di azione certa. La mia priorità è andare a Roma per far valere le nostre ragioni" chiude Liletta Fornasari. Il vertice si chiude, ancora la linea è interlocutoria ma su un punto tutti d'accordo: pressing su Roma per salvare l'autonomia. Anche se il decreto per lo stop, conferma Donella Mattesini, è già firmato. E sarà proprio la senatrice Mattesini insieme all'onorevole Donati a farsi portavoce della proposta aretina.

 

Come ottenere quindi che un dirigente spostato non depauperi nei fatti il territorio e le sue ricchezze artistiche? Partono da qui le proposte che nei prossimi due giorni dovranno arrivare per email all'indirizzo della Fraternita da tutti i soggetti interessari: il comune col pro sindaco Gasperini e il consiglio comunale, la provincia col presidnete Vasai, la Camera di Commercio con Sereni, l'ordine degli architetti, il centro guide e chi più ne ha più ne metta. Poi faremo una sintesi e ne ricaveremo un documento condiviso - dice il primo rettore della Fraternita Liletta Fornasari - e in un paio di giorni manderemo tutto al Ministro e al sottosegretario per essere quindi ricevuti a Roma dove arriveremo con una proposta concreta" 

Intanto si scomodano tutti i big dell’arte per la Soprintendenza aretina. Così dopo Antonio Paolucci, Carlo Bertelli e Vittorio Sgarbi, che ha promesso di sottoporre al più presto al Ministro della cultura Franceschini la questione del possibile accorpamento con Siena, adesso è il turno di un altro critico d’arte. Anche Philippe Daverio si interroga sul futuro della Soprintendenza. «Si tratta di capire cosa comporta un eventuale accorpamento - spiega Daverio - se si trattasse solo di un taglio ovviamente non ci sarebbe niente di positivo, ma devo dire che l’unione della Soprintendenza aretina con Siena non è necessariamente un’idea priva di una certa logica territoriale. Mi spiego. Se all’accorpamento corrisponderà anche un potenziamento questo sarà positivo per tutta la città.».

Liletta Fornasari

La mette sul piano del rinnovamento quindi Philippe Daverio, di un organo che per anni è stato lasciato a dormire sonni profondi quanto a investimenti in risorse umane.

«La questione non è solo relativa all’accorpamento con un’altra città - continua Daverio - quanto quella di capire che tipo di rinnovamento si può immaginare nel personale che lavora in Soprintendenza. Soprattutto alla luce del fatto che da tempo non ci sono nuovi inserimenti». Arezzo non rischia quindi di perdere la propria autonomia? «La questione non va vista tanto nell’ottica del taglio quanto in quella del potenziamento - dice ancora il giornalista e critico d’arte - sia a livello di personale, magari attraverso dei concorsi che da anni mancano in questo settore, che soprattutto a livello di qualità. Le Soprintendenze infatti sono da tempo affaticate. Si tratta adesso di capire cosa significa accorpare. Se unire Arezzo con Siena corrisponderà ad un abbassamento dei costi gestionali e quindi ad un incremento a livello di personale, sarà positivo».