Soprintendenza a rischio, decine di tesori indifesi. Sgarbi: "Parlerò con il ministro". Paolucci e Bertelli all'attacco

Sale la polemica dopo la rivelazione di Liletta Fornasari. Ecco cosa cambierà. E' la terra di Piero ma anche di decine di gioielli artistici e architettonici: la mappa SU LA NAZIONE DI OGGI

Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci e Carlo Bertelli

Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci e Carlo Bertelli

Arezzo, 23 novembre 2014 - Secondo il ministero la Soprintendenza non sarebbe una vera e propria soppressione:  resterebbe la sede e rimarrebbero anche i dipendenti. Ma al prezzo della perdita di ogni reale autonomia. Ed è intorno a questo che si scalda la polemica intorno all'ennesimo "sacco" che la città subisce negli ultimi mesi. Il sovrintendente di Siena estenderebbe la propria competenza anche al palazzo delle Statue, lo stesso vale per i dirigenti di livello intermedio, che andrebbero piano piano a sparire, trasferiti verso la città del Palio o non sostituiti. Alla fine, tutte le decisioni importanti verrebbero parzialmente istruite qui ma deliberate altrove. E tutto su un patrimonio artistico che è più ricco di un pozzo di petrolio. Esempi? Infiniti. In testa c'è Piero della Francesca. Con l'affresco che è stato restaurato tecnicamente proprio dalla Soprintendenza, e grazie ai contributi di Banca Etruria, ma con la maggioranza delle opere dell'artista nel mondo conservate proprio qui: da Sansepolcro a Monterchi ad Arezzo, una vetrina senza pari. Poi il Crocifisso di Cimabue a San Domenico, il quattrocentesco Beato Angelico che ci ha lasciato le due Annunciazioni di San Giovanni e di Cortona. Le testimonianze infinite della versatilità di  Giorgio Vasari. E ancora le vetrate del Marcillat.  E gli scorci urbani: piazza Grande con il Palazzo di Fraternita del Rossellino, Cortona, Lucignano, Sansepolcro. Fino alle vette mistiche, La Verna e Camaldoli. Motivi che conoscono bene alcuni degli storici dell'arte principi, legatissimi ad Arezzo e al suo patrimonio. "Un grave errore" è la sintesi del parere sia dell'ex ministro ai Beni Culturali Antonio Paolucci, cittadino onorario, e Carlo Bertelli, soprintendenrte a Milano per anni e insieme a Paolucci curatore scientifico della mostra su Piero della Francesca. "E' come se togliessero il prefetto: il sovrintendente è il Prefetto dell'arte, la tutela massima di tanti capolavori, finiamo per sentirci meno sicuri" spiega Paolucci. "Un taglio ad un settore strategico e che già viaggia a risorse ridotte: e fatto su una realtà ricchissima come Arezzo" aggiunge Bertelli

«Tempestate di mail il ministro Franceschini». Il consiglio arriva direttamente dall’onorevole Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario di Stato al Ministero dei beni culturali, a Sansepolcro per la presentazione del restauro della Resurrezione di Piero della Francesca. Restauro che verrà eseguito dall’Opificio delle pietre dure di Firenze e dalla Soprintendenza di Arezzo, proprio quella che il ministero intende tagliare. Il rettore della Fraternita dei Laici Liletta Fornasari è pronta ad andare a Roma e da giorni è in linea diretta con il segretario particolare di Franceschini Giuseppe Battaglia, il quale conferma la scelta ministeriale dei tre grandi organi regionali toscani, ovvero tre grandi soprintendenze, e parla di «anomalia» aretina il fatto di essere l’unica città ad avere una sede tutta per sé. Rassicura invece sulla permanenza ad Arezzo della sede, degli uffici e del personale, ancora da capire con che ruolo e con quali competenze visto che dovremmo rivolgerci a Siena per la Soprintendenza e a Firenze per musei, archivi e biblioteche che verranno gestite dal Polo museale. Intanto si è mosso anche Sgarbi che ha chiamato personalmente al telefono Liletta Fornasari per assicurare il suo appoggio alla battaglia aretina. Già giovedì sera alla trasmissione «Virus» su Rai Due condotto da Nicola Porro, ha dedicato il suo intervento unicamente agli affreschi aretini di Piero della Francesca lodando la Soprintendenza aretina «con una lunga tradizione di restauro alle spalle» riferendosi a quello che sta per cominciare della Resurrezione a Sansepolcro e a tutti quelli eseguiti finora sugli affreschi di Piero. Raggiunto al telefono il critico aggiunge: "Mi muoverò anche personalmente per contattare Franceschini".