Si spegne la musica della movida: resa dei Costanti, notti estive "mute" a San Francesco

"Trovi solo ostacoli: vai incontro a delle spese e poi magari prendi anche una multa per il superamento dei decibel" spiega Marco Grotti, uno dei titolari del caffè storico

Musica a San Francesco

Musica a San Francesco

Arezzo, 26 maggio 2016 - Chi fermerà  la musica? Fatto. Anzi, se li incrociate ditelo anche ai Pooh. La musica in centro, la colonna sonora della movida anche quest’anno alza bandiera bianca. La bandiera dei Costanti, il bar storico che da anni tenta di riproporre i «live» sul sagrato. Quest’anno si era mosso in anticipo, a velocità di arrembaggio. E altrettanto in anticipo si è fermato.

Davanti alla mancanza, certo, di un qualunque accordo con gli altri locali della piazza. Ma soprattutto di fronte ad un clima che,dicono, non è cambiato. Parola di Marco Grotti, uno dei titolari. «Il quadro è semplice: se vuoi fai, ti mandano avanti ma poi non ti concedono nè una deroga nè un permesso straordinario». La trincea è sempre quella, il rispetto dei decibel, il livello acustico che qualche anno fa scatenò una battaglia, sorda oltre che muta, con una parte dei residenti. Le regole non sono cambiate.

«Per i suoi eventi giustamente il Comune fissa delle deroghe. Per noi no. Vorrebbe dire muoversi nella certezza di spendere per chiamare una banda o un cantante e poi sotto la spada di Damocle di una multa». Multe che non sono particolarmente miti, si viaggia in genere intorno ai mille euro. «In questa situazione chi ce lo fa fare?».

Ma come al solito il quadro tracciato dai titolari va oltre. «Ogni Comune fa fatica a organizzare l’estate, le risorse sono poche: è un quadro nel quale dovrebbero essere gli amministratori a cercarci, ad agevolare in tutti i modi il privato a contribuire a creare il clima più adatto per una città come la nostra, che si dice turistica».

E invece? «Non è cambiato nulla, chi è al volante della città ragiona sempre nello stesso modo: ostacoli, muro di gomma, burocrazia, nessuna tutela». Quindi? Clic: la mano corre all’interruttore e la musica si ferma. A questo punto, a meno di fatti nuovi, quasi definitivamente.

Perché se vuoi garantirti la presenza di alcuni complessi devi muoverti in anticipo, i vincoli alla fine non sono uguali dappertutto: e ormai siamo a ridosso della stagione di punta, di un giugno che è il mese debole se non lo rafforzi anche con qualche iniziativa.

Tutta in salita nella città alta, tutta in discesa nei centri commerciali o nei «non luoghi»: all’Uci sta per aprirsi il villaggio all’aperto, con gli operatori dei locali dentro e fuori per buona parte dell’estate. No, tutto sommato non dappertutto è possibile fermare la musica.

di Alberto Pierini