Santoni, sesso e demoni: testimonianze choc nel processo per la setta di Montecchio

Dalle prestazioni umilianti al gioco psicologico a visioni demoniache. "Mi ha impedito anche di andare al funerale di mio marito". E il "profeta" scissionista: Gesù predicava la ricchezza, San Francesco e Padre Pio all'inferno SU LA NAZIONE DI OGGI

mario Cioni

mario Cioni

Arezzo, 18 aprile 2015 - Violenze sessuali, fanatismo settario, visioni diaboliche, minacce di dannazione. Eccoli il santone di Montecchio Maurio Cioni e il suo successore Carlo Carli per come vengono descritti da alcuni loro adepti nella corte d’assise in cui sono accusati di riduzione in schiavitù delle loro comunità (la seconda nata dalla scissione della prima) e di violenza sessuale sulle loro fedeli.

E’ la seconda udienza e siamo già nel cuore del processo. Prima una testimone chiave, Bruna, 80 anni, quella dalla denuncia dei cui figli sono partite le indagini della Mobile. E’ una donna intelligente, sensibile e colta, ex maestra e insegnante di catechismo. Incappa nel santone Cioni, lascia famiglia e casa. L'ex sacerdote la soggioga. Gli permetterà di rivedere il marito, malato terminale, una sola volta, gli impedirà di andare al suo funerale. E la signora nel dirlo piange.

Bruna accetta persino, dal 1994 al 2009, umilianti prestazioni sessuali con Cioni: «Sentivo schifo, lui mi rispondeva che erano i demoni dentro di me». E’ il quadro che dipinge l’altra testimone chiave della mattinata, Giulia, è una delle più giovani. A quindici anni assiste a una delle sedute del santone e ne resta sconvolta. Anche per lei cominciano ben presto le molestie sessuali.  La svolta arriva nel settembre 2009 quando Carli, intanto proclamato santo da Cioni, le parla e le svela delle pratiche sessuali subite anche da altre donne: «Mi è caduto il mondo addosso». Giulia racconta anche le singolari teorie teologiche del santone scissionista: "Gesù predicava la ricchezza, perciò San Francesco e Padre Pio sono all'inferno"