Nuova Banca Etruria più solida ma assetto non definitivo: Bertola Ad, quali gli scenari

Il nuovo amministratore delegato ha incontrato i vertici di via Calamandrei. Roberto Nicastro presidente, nel cda anche Maria Pierdicchi. Bad bank per scaricare i crediti deteriorati. Il decreto. I PRIMI PASSI DEL NUOVO ISTITUTO: I DETTAGLI

Roberto Bertola

Roberto Bertola

Arezzo, 24 novembre 2015 - Dopo il presidente Roberto Nicastro, che era stato scelto domenica sera per tutte le banche oggetto del salvataggio, adesso Nuova Banca Etruria ha anche un amministratore delegato: è Roberto Bertola, che come Nicastro viene dal gruppo Unicredit, per il quale è stato alla guida dell'ex Banco di Sicilia. Nel Cda anche Maria Pierdicchi, che viene da Standard & poor. Bertola è arrivato ad Arezzo ieri sera e si è subito incontrato in via Calamandrei con i vertici dell'istituto che ha cambiato pelle allo scoccare della mezzanotte.

Erano più o meno le stesse ore della domenica in cui il governo scendeva in campo per l'operazione di salvataggio di Bpel e degli altri tre istituti in difficoltà. Un’operazione da 3,6 miliardi per tenere aperti i battenti di Banca Marche, Carife, CariChieti e naturalmente Bpel, al centro del piano di salvataggio in cantiere da mesi. Da mezzanotte la vecchia Banca Etruria con i suoi 62 mila soci non esiste più, sostituita dalla new Bank che al nome aggiunge Nuova. Nella società che va in liquidazione coatta amministrativa restano le azioni e le obbligazioni subordinate, il cui valore è ormai azzerato. I crediti deteriorati (oltre due miliardi) transitano invece nella bad bank nazionale.

 Nuova Banca Etruria riparte con un capitale di 442 milioni di euro, con tutti i dipendenti, le filiali e gli impieghi. La parte buona dell'istituto insomma, che adesso rinasce rafforzato in termini di requisiti patrimoniali: il core tier 1 è del 9%, in linea con i parametri di Basilea, mentre la vecchia Bpel stentava ad arrivare a 6, non ci sono più sofferenze e neppure perdite, che restano in carico alla società cooperativa messa in liquidazione coatta. Non ci sarà più bisogno di trasformare la cooperativa in Spa, la nuova Bpel parte già come una società per azioni ordinaria a tutti gli effetti.

Il "neonato" è decisamente più solido: non eredita debiti, non ha la zavorra degli oltre due miliardi di crediti deteriorati che pesavano sulla vecchia Bpel. Il primo comunicato ufficiale della Nuova Banca Etruria parla di un istituto «attrezzatissimo per rafforzare il proprio tradizionale ruolo di banca attenta al territorio ed ai propri clienti». Ci rimettono solo azionisti e obbligazionisti della vecchia società che vedono azzerati i loro titoli.

Ma il futuro resta un'incognita. La soluzione escogitata  è solo provvisoria, in attesa dell’assetto definitivo. Il Fondo di risoluzione è un proprietario provvisorio, gli istituti oggetto del salvataggio dovranno adesso essere ceduti per rimborsare il prestito ponte dei tre big nazionali del credito (Intesa, Unicredit e Ubi banca). Entro qualche mese Nuova Banca Etruria dovrà trovare un padrone definitivo. E il presidente dell’Abi Antonio Patuelli auspica processi di acquisizione e aggregazione.

Una svolta iniziata domenica alle 18.10 nel consiglio dei ministrifinito alle 18.35: un intervallo nel quale ha sfornato il decreto per rendere operativi tutti i meccanismi delle nuove regole europee per i salvataggi bancari raccordando la normativa con quella italiana. Il salvataggio avverrà attraverso il Fondo unico di risoluzione e la nascita, già da domani, di 4 bad bank (nelle quali scaricare i crediti deteriorati) e 4 good bank (dove confluiranno gli asset buoni). Queste ultime saranno gestite dall’Autorità di risoluzione all’interno della Banca d’Italia.

La commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager ha dichiarato che "le decisioni della Commissione consentono l'uscita ordinata delle banche, riducendo al minimo l'uso dei fondi pubblici e le distorsioni della concorrenza derivanti dalle misure. È' cruciale che siano azionisti e creditori subordinati a farsi carico dei costi e delle perdite dei fallimenti bancari piuttosto che i contribuenti. Accolgo inoltre la decisione dell'Italia di usare gli strumenti di risoluzione bancaria per la prima volta in Italia, in modo di far fronte alla situazione di queste banche dissestate preservando la stabilità finanziaria". 

Le 4 nuove banche 'buone" saranno «provvisoriamente gestite, sotto la supervisione dell'Unità di Risoluzione di Bankitalia, da amministratori da questa designati»: lo rende noto Via Nazionale secondo cui «in tutti e quattro i casi la carica di Presidente è rivestita da Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit. Gli amministratori hanno l'impegno di vendere la banca in tempi brevi al miglior offerente, "con procedure trasparenti e di mercato, e quindi retrocedere al Fondo di Risoluzione i ricavi della vendita".

Il decreto, ha spiegato il Governo, consente di dare continuità all'attività creditizia - e ai rapporti di lavoro - tutelando pienamente i correntisti. In particolare, nella cornice del nuovo quadro normativo in materia di gestione delle crisi bancarie definito dai decreti legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015, la Banca d'Italia ha deliberato in data 21 novembre 2015 i provvedimenti di avvio della risoluzione, approvati dal Ministro dell'economia e delle Finanze in data odierna a seguito della positiva decisione della Commissione europea sui programmi di risoluzione previsti nei provvedimenti stessi.

Il decreto legge ha un ambito estremamente circoscritto. Esso è volto unicamente a: 1) costituire tempestivamente le nuove banche ( banche-ponte) contemplate dai provvedimenti di avvio della risoluzione delle banche in questione; 2) definire un quadro normativo certo sulle modalità con cui saranno raccolti i contributi da parte del settore bancario al Fondo di risoluzione nazionale successivamente all'integrale avvio del Meccanismo di risoluzione unico; 3) definire le modalità per l'applicazione alle nuove banche della disciplina fiscale in materia di imposte differite attive già in vigore per tutti gli istituti di credito.

Il decreto legge non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione. Inoltre, in piena conformità con quanto previsto dal d.lgs. 180/2015, i provvedimenti di avvio alla risoluzione non prevedono il ricorso al bail-in. Il decreto legge entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione, prevista per domani 23 novembre 2015.

Chi ci mette i soldi? Le banche versando al Fondo di risoluzione (già costituito) i contributi per il 2015 (circa 500 milioni) più l’anticipo dei prossimi tre anni, arrivando appunto a circa due miliardi.  A contribuire al salvataggio azionisti delle banche e creditori subordinati. Questi ultimi non si vedrebbero rimborsati alla scadenza i prestiti sottoscritti che verrebbero convertiti in azioni della good bank ricapitalizzata.

Il consiglio dei ministri domenicale serviva a chiudere la partita entro fine anno, prima dell'entrata in vigore, il 1° gennaio, del bail in che prevede, in caso di crisi bancarie, il coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti e in ultima battuta dei correntisti con depositi oltre 100mila euro.

Positivi i primi commenti della commissione Ue che aveva bocciato la prima formulazione del salvataggio con l'intervento del Fondo Interbancario, operazione che veniva considerata aiuto di stato. 

Anche Nuova Banca Etruria ha diffuso un suo comunicato ufficiale che vuole rassicurare tutti. Eccone il testo: "Con il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, il progetto elaborato dalla Banca d’Italia e dal Ministero dell’Economia per il rilancio delle quattro banche commissariate, è stato avviato con decisione ed ha messo a disposizione oltre 3 miliardi e mezzo di capitale. In quest’ambito nasce la Good Bank Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A.. La nostra Banca da questa mattina dispone di un capitale fresco di 442 mln €, l’indicatore Core Tier 1 sta al 9% e siamo dotati a questo punto di ingente nuova liquidità. L’operazione prevede che la Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio venga pienamente neutralizzata dalle sofferenze attraverso il loro conferimento in una “Banca Cattiva” (Bad Bank). La minaccia di possibili rischi per i nostri depositanti che qualche giornale (e qualche concorrente) aveva paventato è da oggi definitivamente sventata.

A breve saremo nuovamente controparte della BCE e riporteremo la sede legale da Roma ad Arezzo. L’operazione non è costata nulla ai contribuenti italiani, ed anche questo è un fatto molto importante se pensiamo a quanto hanno pesato all’estero i salvataggi bancari sulle tasche dei cittadini per il rilancio delle quattro banche commissariate. In questo caso il ruolo ampiamente maggioritario è stato sostenuto dal complesso del sistema bancario che è intervenuto prontamente.

La protezione dei depositanti e dei detentori di obbligazioni senior ha poi richiesto da parte dell’Autorità di Risoluzione sacrifici agli azionisti ed ai possessori di obbligazioni subordinate della “vecchia” banca, dei quali ben comprendiamo il rammarico. Ci pare sia stata però una scelta senza alternative, che ha evitato di mettere a repentaglio tutti i depositanti e in ultima analisi di danneggiare gravemente lo stesso tessuto economico dei nostri territori. Da oggi la nostra Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. è nuovamente attrezzatissima per rafforzare il proprio tradizionale ruolo di banca attenta al territorio ed ai propri clienti".