Rosi: "Inefficienze? E' stato fatto tutto sotto lo stretto controllo di Banca d'Italia"

L'ultimo presidente rispetta la sentenza ma non si arrende. "Banca commissariata non per irregolarità ma per gravi perdite". "Bpel non era insolvente, liquidità molto alta"

L'ex presidente Lorenzo Rosi

L'ex presidente Lorenzo Rosi

Arezo, 13 febbraio 2016 -  L’ultimo presidente di Bpel Lorenzo Rosi rischia un’indagine per bancarotta fraudolenta al pari di altri componenti del consiglio di amministrazione. Ma non perde la tranquillità e soprattutto si dice sicuro della correttezza del proprio operato. «Il verdetto del collegio non sposta di un millimetro le mie convinzioni. Il sottoscritto, in una presidenza durata pochi mesi, ha fatto tutto nell’interesse della banca, dei dipendenti e del territorio di riferimento».

Ma le contestazioni sono pesanti... «La banca, lo ricordo, non era stata commissariata per gravi irregolarità ma per gravi perdite. La differenza mi pare abissale». I giudici scrivono testualmente nelle quindici pagine della motivazione: gestione gravemente insufficiente. Non si sente responsabile? «Ho rispetto delle sentenze. Durante i mesi del mio mandato tutto è stato fatto sotto il controllo diretto della Banca d’Italia, ogni decisione è stata presa di concerto con l’Organo di Vigilanza. Ci sono i verbali dei consigli di amministrazione che stanno a provarlo. E d’altra parte avevamo gli ispettori in casa».

Ma avete detto no a Vicenza... «Parlano i documenti, non è stata Banca Etruria a tirarsi indietro». In tutta sincerità: si aspettava una sentenza diversa? «No, ero quasi certo che lo stato di insolvenza sarebbe stato dichiarato. Però Bpel non era insolvente, quando è arrivato il commisariamento avevamo liquidità per un miliardo e 40 milioni, nonché 70 milioni di patrimonio dopo un maxi-accantonamento che ci aveva portato al 66% della copertura, molto sopra la media nazionale».