Risarcimento a deportato di Talla: sfida vinta, decide il giudice italiano. Ma lui è morto

Luigi Ferrini si è spento tre anni fa senza avere risposta. Dopo tanti successi era arrivato il no dell'Aja. Ora la svolta da Consulta e Cassazione. Il ruolo di Lau

L'avvocato Joachim Lau

L'avvocato Joachim Lau

Arezzo, 30 luglio 2016 - Sui risarcimenti agli ex deportati in Germania, durante il regime nazista, è competente il giudice italiano. Così la Cassazione, a Sezioni Unite, torna sull'antica e controversa questione del risarcimento dai crimini commessi in Italia dal Terzo Reich, rifacendosi alla sentenza della Corte Costituzionale che nel 2014 ha riaperto la strada alle richieste, dichiarando in contrasto con la nostra Costituzione l'immunità di uno Stato «in caso di crimini di guerra e contro l'umanità», consentendo il giudizio in Italia.

La Cassazione ha così accolto il ricorso degli eredi dei deportati costretti ai lavori forzati, che avevano fatto causa alla Repubblica Federale di Germania. E ha rinviato la decisione sui risarcimenti al tribunale di Bergamo, dove si stava svolgendo il processo.

Il capostipite delle richieste di giustizia contro i crimini nazisti era stato Luigi Ferrini di Talla, morto a 86 anni, tre anni fa senza ottenere risposta. La stessa Suprema Corte, che nel 2004 aveva dato una speranza alla sua battaglia, dieci anni dopo, nel 2014 si era dovuta adeguare al dettato normativo vigente all'epoca e dichiarando l'impossibilità del giudice italiano a giudicare.

Ferrini si era rivolto a un avvocato tedesco, Joachim Lau, che dalla fine degli anni Settanta si è stabilito in Casentino oltre ad aprire uno studio legale a Firenze. Era il 1996 quando Ferrini si presentò nella sua casa di Talla raccontandogli la sua increbile storia di deportato in Germania, con un trasporto e una commozione tali da convincere l’avvocato a prendersi cura della vicenda e a iniziare una battaglia non solo giudiziaria ma anche di ricerca storica.

Era, infatti, intervenuta nel 2012 una sentenza della Corte dell'Aja, poi recepita dal nostro ordinamento, che dichiarò l'illegittimità dei provvedimenti giudiziari italiani con cui erano state disposte misure coercitive nei confronti della Germania. È sulla legge che da quella sentenza deriva, che è intervenuta la Consulta, e oggi la Cassazione, riaprendo uno spiraglio.