Rifiuti, pagheremo tutti per i morosi: in bolletta i 5 milioni ex Tarsu

Comune: "Siamo costretti ma saranno spalmati su 15 o 20 anni". Merelli: "Noi paghiamo i servizi in anticipo e ci rifacciamo con l'imposta: se non rientra è un guaio"

Alberto Merelli

Alberto Merelli

Arezzo, 10 febbraio 2016 - Che effetto fa pagare per chi non ha pagato? Lo sapremo presto. Motivo? Semplice: la vecchia Tarsu.  Era la tassa sui rifiuti che ora è diventata Tari e oggi si ripresenta con un conto salatissimo da quasi 8 milioni. Sono tutte le bollette non pagate dal 2000 al 2012 al netto dei fondi di svalutazione. Di questi 8 milioni, 5 sono ormai stati dichiarati inesigibili e vanno assolutamente pagati.

Nel 2000 il comune passò al sistema della tariffazione e quindi il servizio del ciclo dei rifiuti veniva pagato dai cittadini come corrispettivo per una prestazione. Il titolare della riscossione era Aisa. In 12 anni  molti aretini non hanno pagato e quindi Aisa ha accumulato importanti crediti verso gli aretini. Ora c'è Sei Toscana e Aisa è stata stravolta, dentro la maxi società dei rifiuti ha delle partecipazioni, ma nel suo bilancio ci sono anche quei crediti che un decreto legge del 2015 impone di ribaltare sulla Tari.

Quindi questi 5 milioni dovranno finire nelle prossime «bollette». Per ora sono 5, poi nel tempo se altri crediti verranno dichiarati inesigibili, il problema potrebbe diventare ancora più grande. Ma rimaniamo al presente. «Stiamo discutendo di questo – spiega l’assessore al bilancio Alberto Merelli – la volontà del comune è spalmarli in più anni affinché l’impatto possa essere ammortizzato il più possibile, anche in 15 o 20 anni».

«Nel meccanismo della gestione dei rifiutiogni anno i servizi di Sei ci costano 17,8 milioni di euro che il comune ribalta nella Tari. Noi prima paghiamo e poi riscuotiamo. Se poi i cittadini di Arezzo non pagano il rischio ce lo assumiamo noi».

Come diminuire le cause di insolvenze in futuro? « E’ necessario attivare procedure di recupero molto efficienti o le conseguenze saranno pesantissime».