Montevarchi, 25 giugno 2011 - Obiettivo teatro E’ ai vertici delle priorità di Francesco Maria Grasso. A dimostralo c’è il primo incarico onorifico assegnato dal neo sindaco al tenore Luca Canonici. Una fretta più che motivata dato che la Regione Toscana ha comunicato la disponibilità a cofinanziare l’opera, che rientra tra i progetti portanti del Piuss, Il problema? E’ che il progetto deve essere attivato entro i termini fissati. Pena: veder sfumare il gruzzolo che dovrebbe essere paracadutato dai fondi Fas sull’immobile che fino a un quarto di secolo fa ha ospitato l’ultimo teatro montevarchino. Sindaco e assessori quindi devono correre per concludere l’iter nei tempi assegnati.

E la prima mossa per poter andare dritti all’obiettivo è ottenere il trasferimento della proprietà all’amministrazione comunale. Non è percorribile la soluzione ipotizzata inizialmente nel regolamento urbanistico che prevede di “scambiare” l’edificio, attraverso lo strumento della perequazione urbanistica, con una capacità edificatoria di mq 2.200 nella zona Case Romole.


Un procedimento che non fornisce tempi certi per il trasferimento della proprietà. Proprio per questo, non risulta compatibile con la procedura di finanziamento del Piuss. Di qui la necessità di modificare le decisioni e di individuare altrove lo spazio da barattare con il contenitore di via Pascoli. Per avere l’ex teatro poi trasformato in discoteca, Palazzo Varchi cederà uno dei suoi “gioielli”.


La giunta ha dato al dirigente il via libera per una ricognizione delle aree di proprietà che ricadono all’interno della città consolidata o da consolidare idonea ad accogliere la capacità edificatoria dell’Impero. Con l’atto l’amministrazione comunale ha avviato la richiesta di variante al regolamento urbanistico, elemento indispensabile per consentire il passaggio di mano dell’immobile attraverso le modalità perequative su un’area pubblica.


Intanto procedono anche le ispezioni e i sopralluoghi per verificare gli interventi necessari al recupero dell’edificio, uno dei migliori esempi dello stile razionalista nella provincia di Arezzo, ormai in disuso da anni.

Un restyling che si annuncia delicato: non tanto per il lifting dell’ambiente interno, ma per le strutture esterne. In pessimo stato di conservazione soprattutto il tetto e il sistema di smaltimento delle acque, responsabili di danni e disagi anche alle attività confinanti.