Terranuova, 13 giugno 2011 - Voglia di Brasile. Sembra prendere corpo il progetto di espansione di Power One. Che ha pagato caro, aveva riconfermato nei giorni scorsi, il primo decreto Romani, quello che aveva bloccato gli incentivi per il fotovoltaico, poi superato da un secondo decreto. Ma Power One porta avanti comunque il suo piano di espansione. Poggiando, come aveva precisato nei giorni scorsi la nota ufficiale dei dirigenti della multinazionale, non sull’abbrivio delle leggi italiane quanto sulla credibilità conquistata in anni e anni di attività nel settore delle energie rinnovabili.


Un quadro nel quale l’obiettivo Brasile sembra farsi sempre più concreto, anche se la marcia di avvicinamento è ancora lunga. L’ultima conferma arriva prorpio dal paese sudamericano. A Rio de Janeiro, la capitale del calcio e del carnevale, è in corso il «Bright Green City», un evento mondiale interamente dedicato all’economia verde. E Power One è lì, con i suoi rappresentanti, in prima fila. Un obbligo, certo, per chi è leader in un settore strategico. Ma insieme anche l’ennesimo segno del ponte lanciato da una parte all’altra dell’oceano.
Perchè anche le fonti di agenzia confermano l’intenzione dell’azienda di espandersi in Brasile: nei giorni scorsi si era parlato della possibile apertura di una nuova filiale. Ed è un’ipotesi che la multinazionale non sembra escludere.


E forse proprio per studiare il mercato e trovare eventuali partner, nei giorni scorsi la società toscana, la cui sede principale è proprio a Terranuova Bracciolini e controllata dalla multinazionale americana Power One Usa, ha inviato suoi rappresentanti a Rio de Janeiro. La conferma e insieme la spiegazione arriva direttamente da Nicola Stiacci, che è «business development manager» della divisione Energie rinnovabili di Power One Italy.
«E’ prevedibile una forte espansione del settore in Brasile soprattutto a partire dall’inizio del 2013».
Dunque tempi brevi, almeno per il fronte economico. Power One, ricordiamo, ha clienti in Germania, Spagna, Francia e Cina, mentre concentra in Italia un terzo del suo mercato. «Siamo consapevoli — dicono dall’azienda — delle enormi potenzialitòà rappresentate dal Brasile, leader mondiale nell’uso di fonti alternative e rinnovabili di energia».


Un quadro le cui tesserine compongono un puzzle ormai abbastanza chiaro. E nel quale rientra l’interesse ad estendere verso il gigante sudamericano i propri investimenti, forte anche della credibilità mondialmente riconosciuta nella produzione di sistemi power wind e di inverter fotovoltaici. Inverter per i quali lo stabilimento terranuovese è leader. Una realtà trainante per l’economia valdarnese, dando lavoro a circa duemila persone. Una realtà che era andata in sofferenza tra le pieghe del decreto e delle polemiche che l’avevano accompagnato. Ma che pare riprendere fiato al vento degli investimenti internazionali. Ai soffi di oltre oceano.