Pd, renziani all'incasso: puntano la segreteria provinciale. Big, chi sale e chi scende

Nei circoli schiacciante maggioranza per l'ex premier. Tra le eccezioni San Giovanni guidata dalla Vadi e l'isola di Emiliano a Castiglioni

Primarie Pd, sfida a tre: Orlando, Renzi, Emiliano (Ansa)

Primarie Pd, sfida a tre: Orlando, Renzi, Emiliano (Ansa)

Arezzo, 4 aprile 2017 - Partito blindato. E’ questa la fotografia che emerge dai risultati complessivi dei congressi nei circoli Pd dove fra sabato e domenica si sono chiuse le votazioni sulle tre mozioni. L’esito lo abbiamo già dato, vittoria su tutta la linea diMatteo Renzi e dei suoi partigiani che portano la mozione dell’ex premier al 70%, relegando Orlando a poco più del 28. C’è poi Emiliano che qui non aveva riferimenti specifici e che si deve dunque accontentare dell’1,5%, percentuale tirata su dal grande successo del governatore della Puglia a Castiglion Fiorentino dove in tutta evidenza l’ex sindaco Paolo Brandi ha lavorato pancia in terra.

Ma al di là delle curiosità, è importante capire cosa potrà succedere nel partito che sia pure con fatica rimane complessivamente maggioritario in provincia. Intanto molte cose sono già successe, a confermare la mutazione genetica della base ma anche i rivolgimenti ciclici che interessano il Pd. Mutazione, appunto. In caso contrario difficilmente potrebbe spiegarsi come i renziani abbiano trionfato anche in roccaforti dove sulla carta gli orlandiani potevano contare sui cavalli vincenti.

Emblematico il caso di Castel San Niccolò, il paese del potente assessore regionale Vincenzo Ceccarelli che con Orlando si era schierato. E con esso anche il voto nei cinque circoli di Civitella, dove l’attuale segretario provinciale Massimiliano Dindalini, orlandiano, è stato sindaco per dieci anni. Due situazioni particolari alle quali si aggiunge un’altra considerazione e cioè che per il Guardasigilli si erano orientati oltre a Ceccarelli e Max Dindalini altri esponenti di peso del partito come la senatrice Donella Mattesini insieme a Francesco Falsini, a Luigi Polli, a Gilberto Dindalini.

Una massa critica che ha prodotto un risultato sotto il 30%. E alla fine chi fra gli orlandiani esce con una medaglia al petto è il consigliere regionale Valentina Vadi che mette all’incasso un ottimo 60% nella sua San Giovanni. Brava lei, meno bravi gli altri? Non è così semplice, pesano le situazioni locali, pesa anche la base degli iscritti che evidentemente in alcune località è cambiata più che in altre.

E pesa pure l’affluenza intorno al 50%: può darsi che la metà rimasta a casa sia composta da persone più anziane o anche da iscritti che non frequentano più il partito dopo le ultime vicende.

Che succede allora? «E’ chiaro - dice il deputato renzianissmo Marco Donati - che queste percentuali non potranno non pesare nel prossimo riassetto del partito». Fuori dal politichese, la traduzione è scontata: la componente renziana rivendica la segreteria provinciale, sta dunque per andare in naftalina quel patto unitario che consentì l’elezione di Massimiliano Dindalini. Quanto alle candidature, è tutto ancora da vedere: si parla di Albano Ricci, assessore a Cortona, ma alla fine potrebbero spuntare nomi alternativi. Tra l’altro incombono le primarie e fino ad esse ogni ipotesi appare prematura.