Pd, sorpasso al fotofinish: al proporzionale Ferri capolista davanti ad Alessia Rotta

Il viceministro del Mugello al Senato, il sottosegretario alla Camera. E la minoranza interna chiede la convocazione urgente della direzione provinciale

Cosimo Ferri

Cosimo Ferri

Arezzo, 28 gennaio 2018 - E alla fine uscì Nencini. E’ appunto Riccardo Nencini, leader nazionale del Psi e viceministro alle infrastrutture, il nome nuovo uscito dal bussolotto Pd per riempire la casella del collegio uninominale al Senato. Il faticosissimo parto notturno, conferma a metà le anticipazioni dei giorni scorsi: all’uninominale della Camera, infatti, corre Marco Donati, il deputato aretino uscente, così com’era pronosticato.

L’incertezza gravava sul Senato, risolta dall’ultimo colpo di coda che ha azzerato le speranze di chi fino all’ultimo ha avuto la chance di farcela; come Donella Mattesini, senatrice uscente, che venerdì pareva tornata in auge, duellante in ballottaggio con il pur recalcitrante assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, che mai peraltro aveva nascosto la sua preferenza di non lasciare l’incarico attuale.

«Spingiamo per Donella», le parole da lui pronunciate venerdì. Invece la Mattesini non c’è e Donati rimane l’unico candidato aretino del Pd con possibilità di venire eletto in un collegio comunque difficile. Non trovano caselle utili i Dem nostrani: il posto di capolista al proporzionale alla Camera se lo prende, con un sorpasso al fotofinish all'ultimo tuffo, Cosimo Ferri, sottosegretario alla giustizia e figlio del celebre ministro del limite a 110 chilometri orari. Fino a ieri era davanti la giornalista veronese Alessia Rotta, deputata uscente: poi il listino definitivo sovverte la graduatorioa. Al plurinominale del Senato il frontman è Francesco Bonifazi e non vale Roma la quarta posizione andata in sorte a Katia Faleppi, vicesindaco di Terranuova.

Al tirar delle somme, il Pd in provincia di Arezzo potrà avere al massimo un eletto se Marco Donati riuscirà a prevalere nella sfida con il centrodestra (Maurizio D’Ettore) e il Movimento 5 Stelle. Sicuro appare invece Riccardo Nencini visto che il collegio senatoriale, comprendente anche Siena, appare per i dem uno dei più blindati della Toscana. L’ipotesi che il candidato fosse alla fine scelto dalla direzione nazionale era tra le possibilità concrete, al punto che si era parlato anche di Emma Bonino e, in misura minore, di Bruno Tabacci.

L’opzione romana ha invece incoronato Nencini, comunque un toscano che con Arezzo ha avuto svariate occasioni di incontro e di contatto. E se la scelta dei candidati è costata la spaccatura del Pd a Roma, non è stata senza conseguenze neppure qui. Gli orlandiani e l’area Emiliano hanno chiesto la convocazione della direzione provinciale per spiegare metodi e contenuti.

Siamo passati, si legge in una nota, «dalla logica delle primarie a quella delle secondarie: l’opinione espressa unanimemente dalla direzione provinciale ha avuto il peso di un coriandolo in una giornata di bora. Arezzo è stata ridotta ad una tavola vuota dove il Pd nazionale ha collocato i segnaposto con i nomi di gradimento alla dirigenza nazionale e anche provinciale». E’ la via maestra, si conclude, «che porta alla sconfitta elettorale».