Pd ancora nel guado: accordo sul programma ma sul segretario no

I renziani fanno quadrato intorno alla candidatura di Albano Ricci, gli orlandiani non ci stanno: si cerca una mediazione

Massimiliano Dindalini

Massimiliano Dindalini

27 settembre 2017 - Tutti riuniti i big del Pd ma la quadra non è stata ancora trovata anche se residui margini di accordo tra renziani e orlandiani resistono ancora. In piazza Sant’Agostino attorno allo stesso tavolo si sono ritrovati lunedì sera il segretario provinciale Massimiliano Dindalini, il parlamentare Marco Donati, i consiglieri regionali Lucia De Robertis e Valentina Vadi, l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli. Insomma, i maggiorenti. Quelli che possono spostare l’ago della bilancia in un senso o nell’altro.

Un filo di accordo, per la verità, è stato raggiunto, ovvero la volontà comune di compattarsi in un porgramma unitario che contemperi le linee guida della componente renziana con le preoccupazioni dell’area orlandiana che cerca un dialogo a sinistra e con le liste civiche. Il fondamento del programma comune è stato individuato nella relazione che il segretario uscente Dindalini pronunciò in assemblea subito dopo la sconfitta elettorale.

Sarebbe il modo per un’uscita di scena da protagonista di Dindalini stesso, uno che peraltro ha sempre detto di preferire un passo indietro pur non sottraendosi dalla battaglia nel caso ce ne fosse bisogno. Ma quale nome per la segreteria? E’ questo lo scoglio più difficile da superare visto che i renziani, almeno quelli duri e puri, non transigono sulla candidatura di Albano Ricci, attuale assessore al comune di Cortona. E su Ricci gli orlandiani mugugnano, non tanto per avversione personale - che non pare affatto esistere - quanto per una questione di metodo.

Ipotizzabile allora una quadra sul nome di un altro renziano su cui l’ala dems possa convergere senza problemi? In politica, si sa, tutto è possibile ma in questo caso pare davvero improbabile, per usare un eufemismo, un passo indietro rispetto a una candidatura impostata ormai da un anno. E tutto ciò anche se all’interno della componente renziana non manca qualche divisione, anche e soprattutto sui punti programmatici, in particolare riguardo alle alleanze con altre forze politiche a sinistra del Pd.

Divisione che potrebbe preludere a smarcamenti. I tempi, peraltro, sono strettissimi, di ora in ora sempre più ridotti. Entro il 2 ottobre vanno presentate le candidature corredate dalle firme necessarie, operazione che non si fa in un minuto. Insomma, il congresso si gioca in questa settimana: unitario o a liste contrapposte? Lo sapremo a stretto giro di posta.