"Gli immobili in disuso siano posti a disposizione delle scuole"

I Popolari per Arezzo chiedono alle istituzioni di affrontare la carenza d'aule delle scuole superiori

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Arezzo, 29 luglio 2017 - Gli immobili in disuso del centro cittadino possono essere posti al servizio di alcune scuole superiori. La proposta arriva dai Popolari per Arezzo e fa seguito ad un intervento dei giorni scorsi in cui l'amministrazione ha comunicato che per l'anno scolastico 2017-2018 saranno concessi alcuni locali della Cadorna al Liceo Scientifico "Redi" e al Liceo "Colonna", sottolineando però come questa sia una sistemazione temporanea che decadrà dal 2018-2019. Alcune scuole superiori negli ultimi anni hanno fatto emergere la problematica della carenza di aule per alcuni indirizzi di studio, dunque si rende necessario un impegno congiunto tra Provincia, Comune e Provveditorato per trovare soluzioni durature e lungimiranti per permettere ai vari istituti di crescere e di progettare serenamente il loro futuro potendo fare affidamento su strutture e spazi sicuri. «In vista del 2017-2018 - commenta Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, - si è verificato un positivo confronto istituzionale che ha permesso di concedere i locali presso la Cadorna ad alcuni istituti, ma in passato la penuria di aule ha causato disagi alla programmazione didattica. Puntualmente emerge il problema degli spazi, dunque è doveroso che le istituzioni intervengano con coerenza e in collaborazione con i privati per rendere la scuola efficiente e per investire sul futuro dei nostri ragazzi, con un impegno congiunto per trovare rimedi duraturi in grado di sopperire a tale mancanza e di evitare sacrifici ai professori, alle famiglie e agli studenti».

I Popolari per Arezzo auspicano dunque una sempre più forte sinergia tra pubblico e privato, richiedendo di destinare alle esigenze scolastiche alcuni edifici in disuso del centro storico, come Palazzo Barbolani in via San Lorentino o l'ex sede della Banca d'Italia in via Cesalpino. La sistemazione di questi immobili permetterebbe di prevedere anche nuovi poli multidisciplinari che potrebbero andare ad ospitare istituti attualmente decentrati nelle periferie, riportando il centro storico al cuore dell'istruzione e facendo tornare a vivere queste zone cittadine. «Su questo tema - commenta Gallorini, - chiamiamo in causa la Provincia che ha competenze dirette e il Comune che, insieme al Provveditorato, dovrebbe continuare ad impegnarsi per trovare soluzioni. La scuola va considerata come una grande risorsa per la nostra città: intorno al sistema scolastico non ruotano solo la formazione e l'educazione dei giovani, ma anche le nuove prospettive di sviluppo economico di un territorio».