Giardini Spinelli. Il Sindaco di Montevarchi risponde alle critiche

Silvia Chiassai sulla destinazione d'uso dell'area verde a nord, nella quale dovrebbero sorgere un palazzo di tre piani o un centro commerciale."La cementificazione è stata fatta da altri..."

Silvia Chiassai, sindaco di Montevarchi

Silvia Chiassai, sindaco di Montevarchi

Arezzo, 24 settembre - Non ci sta a passare per quella che ha cementificato la città e ribatte alle accuse lanciandone, di nuove, alle passate amministrazioni. Il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai ha replicato, attraverso le colonne del nostro giornale, alle forti critiche lanciate dalle opposizioni sulla destinazione dei Giardini Spinelli, un’area verde a nord della città che si dovrebbe trasformare in un nucleo abitativo o in un centro commerciale. C’è chi ha parlato di scempio urbanistico e la Chiassai ha precisato che questo polmone verde è inserito in un contesto già urbanizzato composto da infrastrutture, reti tecnologiche e impianto di illuminazione pubblica. “In base all'articolo 24 bis del nostro regolamento urbanistico – ha detto - , i lotti liberi sono intesi proprio a completamento del territorio urbanizzato. Nello specifico – ha proseguito la Chiassai - , il privato che andrà a costruire sarà obbligato ad osservare specifiche prescrizioni per la realizzazione di un'area verde attrezzata, un sistema di accesso carrabile e pedonale, parcheggi in base alla destinazione d'uso dell'area e alla volumetria edificata”.

Il sindaco ha poi ricordato che l’area dei giardini Spinelli è già in un piano di alienazione delle opere pubbliche, approvato in consiglio comunale nel dicembre scorso senza alcuna levata di scudi o denunce per speculazione selvaggia. “Grazie all’intuizione dell'ex assessore Bucci e con una condivisione all’unanimità dalla Giunta – ha proseguito - abbiamo dato indirizzo politico per il piano delle alienazioni, che comprende anche questa zona. La scelta del lotto libero è stata effettuata dal dirigente comunale, competente per la parte tecnica. La verità è un' altra – ha aggiunto la Chiassai - : le grandi operazioni di cementificazione sono già state fatte dalle amministrazioni passate e senza rinvestire gli oneri di urbanizzazione nel patrimonio pubblico esistente, ma scialacquando le risorse in progetti faraonici”.

Il riferimento del sindaco è alla vendita dell'area antistante la Multisala, trasformata in superficie edificabile e a quella dell'attuale distretto sanitario, che era un'area di verde pubblico, anch'essa edificata. “Vorrei che fosse chiaro – ha continuato - che la decisione di mettere in vendita dei beni pubblici è stata dettata da un'esigenza e non da una libera scelta. Lo dimostrano le entrate nella casse comunali per gli oneri di urbanizzazione. Se in passato erano di tre o quattro milioni di euro, oggi purtroppo si parla più o meno di trecento mila euro. Se siamo costretti a ricorrere alla vendita è grazie alla politica di allora”.