Elettori e scrutatori in un seggio (foto di repertorio)
Arezzo, 7 novembre 2017 - «Per noi è l’ultima occasione. O la sfruttiamo o veniamo travolti». Nel giorno in cui il Pd crolla in Sicilia, che è anche quello in cui lui viene eletto alla guida del partito, il neosegretario democratico Albano Ricci lancia la sua sfida all’assemblea dell’Eden. «Siamo in perenne campagna elettorale», ammonisce i suoi. E in effetti, le elezioni siciliane sono l’inizio della lunga volata che porterà dritti dritti alle politiche del 2018. Come a dire che Palermo non è poi così lontana. Anche qui, infatti, i potenziali candidati alla Camera e al Senato cominciano a scaldare i motori.
Prima dei nomi, però, c’è un’altra scadenza, quella entro la quale vanno disegnati i collegi uninominali che eleggeranno un terzo dei parlamentari e delle circoscrizioni proporzionali da cui usciranno i residui due terzi. Secondo le prime indiscrezioni, il collegio uninominale della Camera dovrebbe corrispondere a quello del Senato ai tempi del Mattarellum: circa duecentomila elettori distribuiti in un’area che andrebbe a comprendere il capoluogo, il Casentino, la Valtiberina, quasi tutto il Valdarno e un pezzo di Valdichiana (potrebbe restare fuori proprio la Cortona di Ricci).
Per Palazzo Madama, invece, si andrebbe a un collegio da 400-500 mila elettori, un po’ più vasto dell’intera provincia. La circoscrizione proporzionale, infine, potrebbe avvicinarsi alla vecchia Arezzo-Siena-Grosseto della prima repubblica, con listini corti da quattro nomi bloccati.
Bene, nel Pd è probabile che la sfida dell’uninominale ricada sul deputato uscente, il renzianoMarco Donati. E’ lui l’uomo forte del cerchio magico aretino se, come tutti danno per scontato, Maria Elena Boschisi presenterà stavolta fuori dalla Toscana. Il vantaggio che la proiezione dei risultati passati danno al candidato democrat è chiaro. Del resto, come ammettono anche nel centrodestra, il Rosatellum rende le regioni rosse un terreno particolarmente impervio sia per loro che per i 5 Stelle.
Ma di questi tempi mai dire mai: per Donati, con l’elettorato volatile e il Pd che soffre il vento avverso, quello aretino sarebbe un collegio favorevole ma non proprio una passeggiata di salute. Quanto al Senato, non sembrano del tutto tramontate le chances dell’uscente Donella Mattesini, anche se avanza impetuoso il nome di Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale ai trasporti.
E poi c’è il jolly impazzito: a settembre Matteo Renzi disse di volersi candidare a Palazzo Madama proprio qui. Allora, col proporzionale puro, il collegio era regionale, dove punterà aora le sue carte il segretario del Pd, che non sembra accontentarsi di un paracadutel proporzionale? Senza dimenticare un’altra voce corsa nei giorni scorsi: ovvero la candidatura aretina, terra di Banca Etruria, tema forte in campagna elettorale, di Luigi Di Maio, candidato premier di M5s. Improbabile ma ancora non impossibile.
Nel centrodestra un nome sembra già certo: quello di Stefano Mugnai, valdarnese, segretario regionale di Forza Italia e capogruppo in Regione. Per lui tutti preconizzano un posto nel listino proporzionale del Senato. In calo le chances del sindaco Alessandro Ghinelli: per legge deve prima dimettersi (ma secondo alcune interpretazioni è già tardi) e mandare gli aretini al voto anticipato.
Un obbligo che non riguarda un altro sindaco, Mario Agnelli di Castiglion Fiorentino (sotto i 20 mila abitanti). Lui, frequentatore di Arcore, ha le sue carte da giocare. Tra le ipotesi in campo anche quelle di Maurizio D’Etttore, segretario di Forza Italia, e Lucia Tanti, assessore a Palazzo Cavallo. Infine l’ultima indiscrezione: l’uscente Maurizio Bianconi che si candida con la Lega nel listino. Il mondo politico ne parla molto ma è tutto da verificare