Dopo le primarie: i nuovi equilibri, il congresso, i mal di pancia. Le reazioni al voto

Il segretario Dindalini si sente ancora saldo, il pressing inevitabile dei renziani, i segnali dei "brandiani" da Castiglion Fiorentino, le prossime mosse

Le stanze del Pd

Le stanze del Pd

Arezzo, 1:maggio 2017 - «Visto? Renzi non spacca solo tra gli iscritti». Il segretario comunale Alessandro Caneschi aspettava da settimane la replica a chi aveva ridotto a mezza vittoria quella dei circoli. «E per certi aspetti – rilancia al suo fianco il deputato Marcio Donati – è stata più travolgente dell’altra». Travolgente ma un po’ annacquata dal calo di partecipazione.

«Sarei stato felice – commenta il segretario provinciale Massimiliano Dindalini – di un dato intorno ai ventimila elettori: siamo stati sotto ma di motivi ce ne sono tanti». In ordine sparso il sole, la bella giornata. Forse un pizzico di agonismo in meno. «Nelle altre competizioni – riparte Donati – si era creato un interesse forte intorno alla competizione: e stavolta è venuto meno». Ma il dato resta: forse dal 2013 qualcosa si è rotto? «Vediamo i dati finali» insiste Dindalini lanciando un’altra variabile.

«Da alcuni seggi ho avuto l’impressione di una partecipazione non adeguata degli iscritti: ma è un elemento che dovrò verificare meglio nei prossimi giorni». Intanto resta il dato politico. E per Dindalini, in questo caso da fan di Orlando, la presa d’atto di un risultato. «La proposta non ha sfondato: i risultati sono chiari e indicano una prevalenza forte al ritorno della segreteria Renzi». Pausa. «Certo mi auguro che possa essere più dialogante rispetto a questi anni: ma io sono il segretario chiamato a guidare questa realtà chiara». Non è imbarazzante guidare dalla minoranza un’onda che va in un’altra direzione? «Beh, è dal 2013 che è così: anzi, il dato di Renzi era di due punti superiore». E quindi per ora gli equilibri provinciali non cambiano. «Era in ballo la segreteria nazionale. Il resto è riservato ai congressi«.

Stesso concetto ma forse un pizzico di enfasi in più dal lato dei vincitori, tra i quali esulta anche la vicepresidente del consiglio regionalle De Robertis. «Si apre la stagione dei congressi» dice con una certa carica, quasi alla «Hunger Games», Caneschi. E gli altri? Emiliano si ritaglia la sua isola che c’è: Castiglion Fiorentino. L’ex sindaco Paolo Brandi, schieratosi con il governatore, non commenta secondo una linea che andrà fino al termine della sua vicenda giudiziaria. Ma fonti a lui vicine vanno oltre: nessun trionfalismo per quel 30% ma è un voto che segnala il malessere di un Pd che da quelle parti si è sentito abbandonato dal suo partito.

Di fatto l’ex primo cittadino continua ad avere la sua presa. Parola d’ordine di tutti? «Grazie ai volontari che si sono impegnati pancia in terra: è grazie a loro che la gente ha potuto votare». Sì ma meno, molto meno di cinque anni fa. «Vogliamo vedere le cifre degli altri partiti? Impossibile, nessuno lascia il voto alla gente. E in questo campo la democrazia conta più delle percentuali». Che però sono lì, sul tavolo, un po’ come l’olio Sasso: e da stamani ricominceranno a fare la differenza.