Il segretario Pd Dindalini: voto Sì ma Italicum da cambiare. I Grandi Vecchi con Renzi

Tito Barbini e Vasco Giannotti a favore della riforma costituzionale, a Cortona il sindaco Basanieri contro il No di Vignini. Altri due primi cittadini col fronte anti

Dindalini con l'ex segretario comunale Bertoli

Dindalini con l'ex segretario comunale Bertoli

Arezzo, 23 ottobre 2016 - LO SI DAVA forse per scontato ma un endorsement ufficiale non c’era mai stato. C’è oggi: il segretario provinciale del Pd, Massimiliano Dindalini, si schiera «apertamente e convintamente» per il sì al referendum istituzionale. E questo avviene proprio quando tra i Democrats arrivano le prime defezioni, con esponenti di rilievo che invece si posizionano nel fronte opposto e voteranno No il 4 dicembre prossimo. I primi a uscire allo scoperto sono stato l’ex pro sindaco di Arezzo Stefano Gasperini, il presidente di Arezzo Casa Gilberto Dindalini, l’ex sindaco di Cortona Andrea Vignini. E a proposito di quest’ultimo è stato accesissimo il confronto dialettico nell’assemblea comunale di Cortona con chi l’ha rilevato a Palazzo Casali, ovvero l’attuale sindaco Francesca Basanieri paladina del Sì.

Curiosa peraltro l’inversione dei ruoli: Vignini non era mai stato anti-renziano pur avendo tiepidamente appoggiato Bersani alle primarie, Basanieri invece si era «iscritta» nelle file di Pippo Civati, il nemico numero uno del premier. MA TORNIAMO ai No: ci sono due sindaci in dissenso dalla linea ortodossa del Pd, quello di Talla Eleonora Ducci (che è anche vicepresidente della Provincia) e il primo cittadino di Ortignano Raggiolo Fiorenzo Pistolesi, decisi a votare No. Sarebbero orientati per il No pure la presidente dell’assemblea provinciale Alessandra Nocciolini e, tra gli altri, l’ex consigliere comunale Gianni Sarrini e Giuseppe Giorgi, già assessore provinciale e promotore dell’associazione Demos. Propensi al Sì nomi storici del partito, quali l’ex deputato Vasco Giannotti e l’ex assessore regionale Tito Barbini.

ECCOCI DI NUOVO a Massimiliano Dindalini, che intanto annuncia: «Non l’avevo fatto mai prima d’ora ma mi sembrava implicito: il mio Sì è ufficiale e non sono per nulla preoccupato delle defezioni di singoli esponenti. Si tratta di posizioni persoanli che io rispetto anche se non condivido ». Dindalini, mai in quota renziana, è convinto della necessità di un successo del Sì al referendum: «Le riforme costituzionali hanno molti aspetti positivi, a cominciare dall’abolizione del bicameralismo. Mi piace poi il fatto che i governi non potranno più agire per decreti, ma attarverso leggi che il parlamento dovrà approvare o meno entro settanta giorni. E mi trova perfettamente d’accordo la riduzione dei costi della politica anche se non approvo lo slogan ’meno politici’ che campeggia in certi manifesti. Infine, a mio giudizio, c’è una ragione politica che deve spingere a votare sì, e cioè la stabilità ». Prosegue Dindalini: «La riforma non è perfetta me nessuna riforma potrebbe esserlo. Se vince il No ancora una volta nulla cambierebbe, e chissà per quanto».

PIUTTOSTO Dindalini si augura modifiche alla legge elettorale «l’Italicum non mi piace per che non consente al popolo di scegliere i propri rappresentanti. Soprattutto non piace la geografia dei collegi elettorali che ad esempio penalizza fortemente la nostra provincia alla quale viene tolta un’area come il Valdarno. Ciò si tradurrà in una minore rappresentanza del nostro territorio». E comunque «abbiamo preparato 7 pullman per la manifestazione del 29 a Roma e a Loro abbiamo aperto il trentaduesimo comitato per il Sì in provincia».

Sergio Rossi