Arezzo, 22 dicembre 2012 - Ora Portobello ha detto stop davvero. Alle otto della sera con la sorpresa finale, quando ai quattro candidati già in lizza per le primarie Pd se ne è aggiunto un altro a sorpresa: Marzia Sandroni, presidente dell Afm e consigliere d'amministrazione dell'Aisa. Un'altra bersaniana, ma più che sull'appartenenza politica, la  terza donna in corsa punta sul terzo settore e la sanità, ambienti in cui conta buoni appoggi, compreso, secondo quanto si vocifera in piazza Sant'Agostino, una discreta benedizione di un big del passato come Vasco Giannotti, già deputato che si è trasformato in esperto di management sanitario, con il suo Forum Risk Management.

Ma sulla sua presenza nelle primarie restava un'incertezza, legata al giallo delle firme: ne avrebbe presentate meno delle fatidiche 250, per l'esattezza 155. La direzione del partito nel pomeriggio ha detto no: i candidati in lizza restano quattro.

Ma i veri protagonisti, al di là anche di un'altra candidata in rosa come la renziana valdarnese Katia Faleppi, vicesindaco di Terranuova, sembrano gli altri tre, i big democratici: il deputato uscente Donella Mattesini, favoritissima per la riconferma, Marco Meacci, segretario provinciale, protagonista di una scelta assai contrastata anche fra i compagni bersaniani, e Marco Donati, che tenta la scalata a un posto buono nella lista Pd per la Camera (quelle che contano sono le posizioni fino alla 20 o giù di lì) forte della sua posizione di coordinatore dei comitati renziani nella provincia in cui il sindaco di Firenze ha raggiunto il suo massimo risultato, il 64 per cento. Donati che proprio stamani ha iniziato dal mercato di via Giotto il suo "assalto" alla Camera.

Ognuno di loro ha i suoi punti di forza e di debolezza. Donella Mattesini, ad esempio, può contare sul radicamento che gli dà il ruolo di deputato uscente  e sul lavoro per il territorio che ha svolto alla Camera. Ma potrebbe pagare la debolezza, almeno alle primarie per il candidato premier, del fronte bersaniano di cui è una dei maggiori esponenti. Quanto a Meacci, la posizione di segretario provinciale (ma in primavera si farà il congresso e dunque era alla ricerca di un nuovo incarico) gli dà il controllo dell'apparato, ma stavolta si troverà di fronte alla freddezza con cui i big del suo gruppo hanno accolto la candidatura.

Quanto a Donati, parte da una posizione teoricamente fortissima, ovvero il 64 per cento renziano delle primarie a cavallo fra novembre e dicembre, ma bisogna capire quanto valgono i rottamatori quando non è in campo il loro leader. Conta anche il gioco delle coppie. Donati farà sicuramente sponda con Katia Faleppi più di quanto probabilmente non faranno Mattesini e Meacci, ma in casa Pd molti scommettono sulla corsa solitaria della deputata uscente e dell'assessore, che potrebbero anche uniformarsi a un patto non scritto di desistenza, senza farsi troppo male a vicenda.

Meacci era sceso in campo ufficialmente giovedì. Il segretario provinciale del Pd ha annunciato su Facebook la sua candidatura alle primarie, con le stesse modalità adottate da Marco Donati (nella foto) e Donatella Mattesini. Su Meacci si è alimentata una vera battaglia. La sua discesa in campo ha suscitato le perplessità di alcuni dei maggiorenti della sua corrente, quella bersaniana. Dal consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli al vicesindaco di Arezzo Stefano Gasperini e alla stessa Mattesini.