Arezzo, 3 maggio 2012 - Prima Monti voleva abolirle tutte, ora il governo pensa a un progetto di riforma che metterebbe a rischio almeno la provincia di Arezzo, insieme a tutte quelle che non hanno almeno 350 mila abitanti. Cifra sotto la quale gli aretini restano per poche centinaia di residenti. Potrebbe diventare decisivo il censimento, i cui dati ufficiali arriveranno solo a dicembre. Il capoluogo è stato leggermente ridimensionato ed è sceso ufficiosamente sotto i 100 mila abitanti. Bisognerà vedere se il complesso del territorio subirà la stessa sorte o se invece i residenti che sono fuggiti dalla città si sono rifugiati nelle vallate e nei comuni cintura. In fondo basta poco: 349.690 residenti secondo gli ultimi dati, ne mancano appena 300 alla quota di salvezza minima.

Questo ovviamente se passasse lo schema minimo previsto dai tecnici ministeriali, quello cioè che ha per soglia 350 mila abitanti. Nel caso invece si optasse per le altre due ipotesi, 450 mila o 500 mila residenti come quota necessaria per rimanere provincia, Arezzo sarebbe tagliata fuori. Sono scenari da prendere ovviamente con beneficio di inventario: in fondo il governo era partito a dicembre per abolire tutte le Province e ha dovuto ripiegare. Quelle di cui si parla sopra sono solo indiscrezioni giornalistiche, che devono passare dal vaglio del consiglio dei ministri e resistere alle inevitabili pressioni politiche.

Ma nel caso in cui la provincia sparisse davvero, cosa succederebbe? Potrebbe tornare di moda il vecchio piano della Regione per la creazione di una macro-provincia della Toscana del sud, insieme a Siena e Grosseto, che anche loro, più di Arezzo anzi, sarebbero prive dei requisiti minimi per sopravvivere, visto che erano già tagliate fuori dalla riforma Berlusconi della scorsa estate, quando Arezzo con oltre 300 mila residenti aveva invece le condizioni per salvarsi.

Inutile dire che il progetto della macroprovincia non solo fa discutere ma ha sempre incontrato molta freddezza da parte degli amministratori pubblici aretini, a cominciare dal sindaco Fanfani e dal presidente della Provincia Vasai. Si teme che il baricentro si sposti verso Siena, più centrale nel territorio, con tutto quello che ne conseguirebbe.