Arezzo, 13 gennaio 2011 - È in carica da appena tre mesi, ma già parte lancia in resta. Con l’esperienza di Saracino che ha, Andrea Lanzi (nella foto) non ha difficoltà a scegliere il buratto: gli alleati di governo. Il segretario comunale del Pd, nonché consigliere, va giù dritto: «Nonostante il momento così difficile, solo il Pd sostiene il sindaco anche se in giunta le decisioni sono prese all’unanimità».

Cosa imputa ai partner?
«Intanto voglio rimarcare la compattezza del nostro gruppo consiliare. Poi noto che i rapporti di maggioranza sono ottimi in giunta, meno in aula. E la stranezza del comportamento è tutta di chi spesso e volentieri fa mancare il suo sostegno».

Barone, Tulli e Rossi...
«Appunto».

E dunque?
«Dunque, abbiamo pazienza. Per ora. Ma se in futuro certi episodi si ripeteranno, allora bisognerà fare un punto della situazione».

Si riferisce a vicende in particolare?
«Prendiamo quella del salario aggiuntivo dei dipendenti: il Pd ha fatto la sua parte, siamo rimasti nel patto di stabilità e questo ci consente adesso di ripristinare il salario accessorio. Non solo: grazie ai 4 milioni arrivati da Coingas possiamo anche saldare le aziende che hanno effettuato lavori pubblici. Insomma, ci siamo presi le nostre responsabilità, la demagogia la lascio agli altri».

Contento dell’operato di giunta?
«Sindaco e assessori stanno lavorando bene. L’input è di concentrarsi sui problemi, di scegliere le priorità, di dare risposte ai cittadini».

È la sua prima uscita pubblica...
«In questi mesi abbiamo incontrato le categorie economiche, i sindacati, le associazioni per avere il polso della città.
E’ stata costituita la segreteria con deghe a persone affermate nel partito ma anche a personaggi nuovi, specie donne. Abbiamo pescato nel mondo dell’associazionismo».

Qual è la vostra linea?
«Vogliamo essere propositivi, una responsabilità che ci è stata attribuita dagli aretini. Senza invadere campi altrui, ci mettiamo a disposizione della città per dare il nostro contributo».

Come?
«Ad esempio lavorando alla costruzione di un un patto fra tutte le componenti della città per fare squadra. Per venire fuori dalle secche occorre unire le nostre eccellenze, dalla produzione al turismo per sviluppare il sistema Arezzo».